Tangente all'ex sindaco di Giugliano
per gli appartamenti alla Base Nato

Tangente all'ex sindaco di Giugliano per gli appartamenti alla Base Nato
di Cristina Liguori
Venerdì 7 Luglio 2017, 19:32 - Ultimo agg. 19:56
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Un affare da milioni  e milioni ed una tangente da 250 mila euro sborsata per oleare i meccanismi burocratici della maxi lottizzazione di via Staffetta a Lago Patria. La tangente secondo la Procura partenopea sarebbe stata elargita dalla Progetto Grano Spa gestita da Benito Benedini, imprenditore milanese di grosso calibro. Ad intascarla sarebbe stato l’ex sindaco di Giugliano Giovanni Pianese, quota Forza Italia, più volte primo cittadino della terza città della Campania e consigliere regionale. I due protagonisti della vicenda sono attualmente indagati, la somma, non rintracciabile, è stata sequestrata dal Gico della Guardia di Finanza al 50%, ovvero sono stati bloccati in solido tutti i conti correnti di Benedini e Pianese, i beni mobili ed immobili tali da raggiungere la cifra elargita. 

L'inchiesta, partita nel 2011, ha preso vita nell’ambito di una più vasta indagine sull’onnipresente clan Mallardo e i collegamenti con le istituzioni e la politica locale. Da lì si è aperto un altro filone legato proprio all’ex sindaco ed ai suoi rapporti con l’imprenditore milanese. Secondo la ricostruzione degli investigatori i due si sarebbero incontrati all’Hotel Vesuvio a Napoli per pianificare la gestione di tutto l’iter procedurale per la costruzione di migliaia di vani per più di tre mila persone da costruire nelle cosiddette ex terre di Ferlaino. Lì ci sarebbe stata la promessa del pagamento della tangente e da lì le fiamme gialle hanno ricostruito tutto il procedimento amministrativo volto a realizzare tale lottizzazione, individuare le aziende interessate e il personale dell'Amministrazione Comunale di Giugliano che seguivano, formalmente o di fatto, l'istruzione della procedura.

Attraverso una «inequivocabile intercettazione ambientale» i finanzieri sono riusciti ad avere le prove del pagamento della tangente. Il tutto sarebbe avvenuto tramite scambi esteri impossibili da individuare in Italia.  Il denaro dell’imprenditore  serviva quindi a monitorare l'andamento delle procedure e a non frapporre ostacoli alla costruzione delle abitazioni e il garante dell'intero affare sarebbe dovuto essere proprio Pianese. Ed infatti la delibera passò in giunta comunale per ben due volte. In mezzo ci fu l’approvazione da parte del consiglio provinciale retto allora da Luigi Cesaro (non presente all’atto della votazione). Ad oggi l’iter è fermo, la maxi lottizzazione non è mai stata avviata. Dal Comune è arrivato uno stop per problemi infrastrutturali e per questo la ditta ha inoltrato ricorso al Tar. 

La maxi lottizzazione avrebbe fruttato milioni di euro soprattutto in vista dell'apertura della Base Nato a pochi passi dal terreno di via Staffetta. Centinaia infatti gli appartamenti previsti per circa 3000 persone, per 350 mila metri quadrati di suolo.

Numeri da capogiro sui quali la Procura ha voluto vederci chiaro. 

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