Il lavoro prende spunto da una proprietà fondamentale del cervello: la plasticità sinaptica, ovvero l'abilità dei circuiti neurali di essere rimodellati in funzione degli stimoli che il cervello riceve. Questa abilità è alla base dell'apprendimento. «Quando la fame ci assale, il livello circolante dell'ormone leptina (il freno della fame) cala, mentre sale significativamente quello dell'endocannabinoide 2-AG (l'acceleratore della fame che normalmente è frenato dalla stessa leptina) nell'ipotalamo», ricorda Vincenzo Di Marzo, direttore dell'Istituto di chimica biomolecolare del Cnr di Pozzuoli e co-autore dello studio. «Si tratta di una piccola regione del cervello che regola molte funzioni neuroendocrine, tra cui appetito e sazietà, e riorganizza i propri circuiti per rispondere alla richiesta di cibo e produrre, tra l'altro, maggiori quantità di una piccola molecola, un peptide di appena 33 amminoacidi chiamato orexina-A.
Dal punto di vista evolutivo l'orexina-A, dal greco orexis, che vuol dire appetito, promuove la veglia e il comportamento attentivo-cognitivo di allerta, garantendo la sopravvivenza dell'animale durante la caccia del cibo e consentendone la fuga in caso di pericolo, ad esempio al sopraggiungere di un predatore».