Le storie e i suoni di quattro secoli sono compresse in migliaia e migliaia di enormi libri. Hanno solo bisogno di essere dipanate, raccontate, interpretate. È un enorme patrimonio l’Archivio storico del Banco di Napoli, nell’antica sede di Palazzo Ricca in via dei Tribunali. C’è il cuore della città, la sua energia pulsante a partire dal 1539 fino agli anni Novanta del secolo scorso. Un mondo da perderci la testa, custodito in 330 stanze per 14mila metri quadri.
Un mondo che pulsa ancora e narra vicende piccole e grandi.
Dice il presidente della Fondazione, Daniele Marrama: «Quando venne dimostrato il primato del Banco di Napoli, il Monte dei Paschi di Siena, che si vantava di essere la struttura di credito più antica d’Italia, ha dovuto eliminare questa definizione dal logo. E ha lasciato solo l’anno di fondazione, il 1472. Era 9 anni dopo il banco dell’Annunziata a Napoli». Gli enormi «kebab di carta», le filze, dove venivano infilzate centinaia di fedi di credito, i bancali, raccontano pagamenti e transazioni. Contengono 17 milioni di nomi, per 300 milioni di bancali.