Sit in di ex lavoratori davanti alla Regione: «Chiediamo il ripristino degli ammortizzatori sociali»

Protesta ex lavoratori
Protesta ex lavoratori
di Ilenia De Rosa
Lunedì 23 Aprile 2018, 12:18 - Ultimo agg. 12:29
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«Chiediamo il ripristino della mobilità in deroga o l'allungamento degli ammortizzatori sociali». Lo hanno gridato stamattina i rappresentanti sindacali di Cgil, Cisl, Uil dinanzi alla Regione Campania insieme a una delegazione di ex lavoratori dell'area torrese/stabiese. «Queste persone hanno subìto il danno dello smantellamento industriale, la beffa di una riconversione mai avvenuta, la doppia beffa degli ammortizzatori sociali che con il Jobs act sono stati ridimensionati» afferma Camilla Iovino, Uil Campania. A breve, infatti, gli ex lavoratori presenti al sit-in non avranno più alcun sostegno economico. «Alla desertificazione industriale ha fatto seguito la scelta di ridurre prima e poi di eliminare del tutto le politiche passive (ammortizzatori sociali). Questo ha prodotto effetti devastanti sulla vita di migliaia di lavoratori e di lavoratrici espulsi dai cicli produttivi. Oggi sono circa 200 mila coloro che non percepiscono alcun sostegno reddituale nella nostra regione. Nell'area Torrese-Stabiese sono circa 400» aggiunge Andrea Amendola, Cgl. «Il Governo deve impegnarsi a ripristinare gli ammortizzatori sociali, Le Regione a industrializzare nuovamente queste aree» sottolinea Giuseppe Esposito, Cisl. 
 

I sindacati, dunque, sono convinti che è necessario riaprire un dibattito sugli ammortizzatori sociali e prolungare il provvedimento, ripristinando la mobilità in deroga per chi ha concluso la mobilità ordinaria, la deroga nel 2017, o che la concluderà nel 2018. Senza dimenticare i lavoratori che sono senza ammortizzatori sociali dal 2015. Cgil Cisl Uil hanno deciso di organizzare «una serie di presidi incalzanti, giorno per giorno, territorio per territorio, presso la Regione Campania a Santa Lucia». Domani ci saranno i lavoratori del bacino di crisi di Caserta; giovedì 26 aprile quelli del bacino di crisi di Avellino, Benevento e Salerno.
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