«Sì, ho fatto fuoco con la pistola ai baretti
di Chiaia ma non volevo uccidere»

«Sì, ho fatto fuoco con la pistola ai baretti di Chiaia ma non volevo uccidere»
di Leandro Del Gaudio
Giovedì 27 Aprile 2017, 08:40 - Ultimo agg. 08:43
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Ha ammesso di aver sparato, ha confermato dinanzi al gip del Tribunale dei minori di aver esploso colpi di pistola, nel pieno di una zuffa scoppiata nella zona dei cosiddetti baretti di Chiaia. Tribunale dei Colli Aminei, udienza di convalida degli arresti, eccolo S.N., il giovane dal grilletto facile che sabato notte ha scatenato l'inferno nella zona della movida di Chiaia. Difeso dal penalista Mario Covelli, il sedicenne (imparentato con un presunto boss del centro storico cittadino) ha ricostruito così la dinamica della lite culminata negli spari: «Non avevamo un appuntamento chiarificatore con quello con cui abbiamo litigato. Anzi. Lo abbiamo incontrato per caso, c'era stato un precedente litigio tra il mio amico e la vittima della sparatoria, quello che è rimasto ferito a una gamba. C'era stato un litigio per storie di femmine, delle tarantelle per questioni di ragazze, fatto sta che il mio amico gli sferra uno schiaffo, lui si scaglia contro di me, io sto per avere la peggio, quando estraggo la pistola e faccio fuoco. Sparo alle gambe, lo faccio solo per togliermelo di dosso».

Già, ma cosa ci faceva con un'arma in pugno? Da dove aveva preso la pistola? E perché fare un giro per i baretti con un'arma da fuoco? La risposta del sedicenne è tutt'altra che convincente: «Ho trovato la pistola quando sono uscito di casa, era sotto un'auto in sosta, l'ho vista e me la sono messa in tasca». Il giudice non gli crede e, confessione a parte, decide di spedire il 16enne in carcere a Nisida.

Intanto, il suo legale prepara le carte per un ricorso al Riesame, ricordando che il minorenne si è comunque assunto la responsabilità degli spari, oltre ad essersi consegnato spontaneamente in polizia lunedì scorso.

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