Scavi di Pompei a rischio attentati, arriva il metal detector

Scavi di Pompei a rischio attentati, arriva il metal detector
di Susy Malafronte
Mercoledì 12 Dicembre 2018, 10:22 - Ultimo agg. 10:47
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Rischio terrorismo a Pompei, la risposta del direttore generale Massimo Osanna: guardie private armate e metal detector agli ingressi. A partire da qualche giorno prima di Natale, per difendere visitatori e Scavi da eventuali attacchi delle cellule dell'Isis, i visitatori dovranno essere sottoposti all'esame del rilevatore di metalli. Per tre mesi di noleggio, di uomini e mezzi, Osanna ha impegnato 18mila euro dal bilancio della città archeologica. La Pompei romana è tra i venti luoghi d'arte - con Colosseo, Uffizi e Brera - classificati come potenziali bersagli di attacchi da parte dei terroristi islamici, secondo una lista preparata dal Viminale. Il piano scatterà prima di Natale: fino al mese di marzo, almeno per il momento, saranno attivati i metal detector a Porta Marina Superiore, a Piazza Esedra e a Porta Anfiteatro.
 
Osanna ha garantito una organizzazione sincronizzata per ridurre i tempi di controllo «per non creare code e ingorghi alle entrate, che costituirebbero esse stesse un obiettivo per eventuali attentati». Ma le guide hanno già una loro idea ben chiara e una serie di perplessità. «Certo, ben venga la garanzia di sicurezza. Però, facendo due conti, ogni controllo durerà minimo un minuto a turista, per ogni gruppo da trenta persone l'ingresso al sito sarà rallentato di 30 minuti. Tempo aggiunto all'attesa delle file chilometriche, che in piena estate si formano, i turisti rimarranno in stand by da un'ora a due ore». E che diranno i crocieristi? «Qualche gruppo dovrà rinunciare al tour, perché non possono permettersi di aspettare e perdere la nave».

Pompei registra tra le 15mila e 20mila presenze al giorno. Facile che possa diventare un bersaglio appetibile, soprattutto nei giorni delle festività cristiana, e ancor più adesso che si avvicina il Natale. Ecco quindi che è scattato un solido piano di sicurezza per proteggere il Parco Archeologico e i suoi visitatori. Dieci guardie armate e sei metal detector avranno il compito di garantire che non entrino armi o ordigni esplosivi. Osanna ha la responsabilità della sicurezza di 66 ettari di città archeologica, (di cui 46 scavati con 1500 edifici, tra domus e monumenti, 17mila metri quadri di dipinti, 20mila metri quadri di intonaci, 12mila metri quadri di pavimento), e di 4milioni e mezzo di turisti l'anno. La sua preoccupazione deriva dal fatto che, pur essendo stata vietata l'introduzione di zaini e borse negli Scavi, molti turisti continuano a violare le disposizioni. Così l'introduzione dei metal detector, per la prima volta nel sito archeologico, è stata necessaria.

Necessità che pur condivisa dagli addetti alla vigilanza ne ha sollevato la protesta. «Èstato esternalizzato un servizio che poteva benissimo essere gestito da noi custodi che abbiamo la qualifica di agenti di polizia e autorizzati a girare armati». L'affidamento a guardie private, da parte del Parco Archeologico, sarà il tema cardine dei due giorni di assemblee annunciate dalla Cisl, di Antonio Pepe, e dall'Unsa di Michele Cartagine per domenica 16 e lunedì 17 dicembre dalle 8 e 30 alle 11 e 30. Le assemblee indette dai custodi, per rivendicare il loro diritto al lavoro, potrebbe portare a dei ritardi, fino a tre ore, nell'apertura del sito archeologico. Il direttore generale Massimo Osanna, come già successo in passato, comunque, in caso di necessità ricorrerebbe all'impiego del personale Ales per garantire l'apertura degli Scavi in orario. Ed anche aprire personalmente i cancelli nella eventualità di non poter disporre del numero sufficiente di custodi.
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