Lo scandalo dei B&B di Pompei: «Case a luci rosse a basso costo»

Lo scandalo dei B&B di Pompei: «Case a luci rosse a basso costo»
di Susy Malafronte
Venerdì 19 Ottobre 2018, 18:45
2 Minuti di Lettura
A Pompei ci sono autentici lupanare che si spacciano per bed and breakfast. È quanto emerge da una verifica effettuata dall’Abbac, (Associazione dei bed & breakfast, affittacamere e case vacanze della Campania), che ha realizzato un dossier a seguito di verifiche e incroci che hanno riguardato centinaia di strutture dell’area vesuviana pubblicizzate online. Oggi sono state inviate le prime segnalazioni alle forze dell’ordine.

Da Pompei, Scafati, Castellammare di Stabia e Torre Annunziata spuntano online profili social di strutture che si rendono disponibili per day use o per alcune ore, offrendo non solo strutture a basso prezzo da utilizzare per poco tempo ma servizi come spa e centri massaggi che non sono consentiti dalle normative regionali. Ancora più grave poi la mancata scia amministrativa e gli adempimenti obbligatori come la denuncia online degli ospiti.

«Avevamo già segnalato casi simili lo scorso anno», dichiara il presidente Abbac Agostino Ingenito. «Nel corso degli ultimi mesi abbiamo però riscontrato un’impennata di questi utilizzi impropri di strutture, tipo bed and breakfast, affittacamere e case vacanze, ma spesso senza alcuna autorizzazione amministrativa e che pare favoriscono in alcuni casi anche prostituzione. Difenderemo a tutti i costi gli operatori onesti che garantiscono ospitalità in linea con le tendenze attuali di turismo individuale – continua Ingenito – Pompei e l’area vesuviana rappresentano destinazioni sempre più richieste dai nostri viaggiatori ma è necessario che vi siano maggiori controlli e verifiche di chi abusa della formula per propinare ben altro».

Sono tanti anche gli abusivi che in barba a qualsiasi regola urbanistica e prescrizioni igienico sanitarie e senza fare alcun adempimento come la registrazione degli ospiti, offrono camere e servizi non consentiti e svolgendo l’attività totalmente in nero. A Napoli nelle scorse settimane erano stati effettuati blitz della polizia municipale anche nella centralissima via Chiaia e Posillipo che avevano verificato l’utilizzo di strutture, con l’avallo dei possessori, destinate alla prostituzione.

«Si tratta di un fenomeno che si sta estendendo sul territorio provinciale - spiega Ingenito - a danno di chi esercita l’attività ricettiva turistica in modo regolare e mantenendo decoro e serietà nell’ospitalità. Dalle nostre verifiche mediante informazioni che provengono da alcuni nostri associati, destinatari di telefonate e prenotazioni sospette, vi sarebbe addirittura l’organizzazione di vere e proprie agenzie specializzate nel garantire alloggi di buon livello a prostitute che nella maggior parte dei casi, sono di origine straniera, area slava e russa, giovani e che operano mediante prenotazione di appuntamenti presi con annunci online».  
© RIPRODUZIONE RISERVATA