Sant'Anastasia, processo all'ex sindaco: pena di un anno e due mesi, ma non andrà in carcere

L'ex sindaco Esposito
L'ex sindaco Esposito
di Daniela Spadaro
Giovedì 19 Ottobre 2017, 08:23 - Ultimo agg. 09:05
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Sant'Anastasia. Un anno e due mesi, con sospensione condizionale della pena per l’ex sindaco di Sant’Anastasia, il medico Carmine Esposito, difeso dagli avvocati Vincenzo Maiello e Antonio De Simone. La vicenda risale al 14 dicembre 2013 quando Esposito, primo cittadino in carica, viene arrestato dai carabinieri con in auto 15mila euro in contanti che Nicola Alfano, imprenditore della Gpn – la ditta che ancora gestisce il servizio di igiene urbana in città – dirà di avergli consegnato. Alfano si costituirà poi parte civile, salvo poi ritirarsi dal processo alcuni mesi fa dopo aver deposto in aula e quando il pubblico ministero, Roberto Lenza, derubricherà l’accusa originaria- induzione indebita a chiedere o promettere utilità- a tentativo non consumato.  E ieri mattina, nell’aula del tribunale di Nocera Inferiore- foro competente perché la richiesta di tangente sarebbe avvenuta nel territorio di Angri, (così Alfano depose all’inizio della vicenda), il presidente del tribunale Raffaele Donnarumma ha pronunciato la sentenza: un anno e due mesi di reclusione, appunto, con sospensione condizionale della pena, il che significa che Esposito non tornerà in carcere dove, da quel 14 dicembre 2013 aveva già trascorso 59 giorni con l’aggiunta di un altrettanto lungo periodo ai domiciliari e circa un mese con l’applicazione della misura cautelare di divieto di dimora a Sant’Anastasia.  Il pm Lenza aveva chiesto ieri mattina una pena di due anni, ulteriormente mitigata dalla decisione dei giudici, i legali di Esposito – che continua a professarsi innocente – avevano richiesto invece la piena assoluzione. Le motivazioni della sentenza saranno depositate tra sessanta giorni. Il processo all’ex sindaco andava avanti, udienza dopo udienza, da almeno due anni e nel frattempo l’altro protagonista della vicenda – il funzionario comunale Luigi Terracciano, arrestato qualche giorno dopo l’ex sindaco, era stato prima condannato a due anni e due mesi di reclusione in primo grado e alla fine, cessata la misura cautelare di interdizione dai pubblici uffici, reintegrato in servizio. Esposito aveva in questi mesi, come ha ricordato ieri mattina il suo legale, risarcito di sua volontà il Comune di Sant’Anastasia con la somma di 25 mila euro e lo stesso Alfano con settemila (che l’imprenditore ha a sua volta poi donato al Comune). La difesa ha sostenuto fino a ieri che le prove sulle quali tutto l’impianto accusatorio si è basato erano di fatto «illegittime» e nei mesi scorsi le intercettazioni erano state escluse dal procedimento: dopo la deposizione di Alfano e ancor prima che fosse sentito Esposito in aula, il presidente del Tribunale revocò l’ammissibilità delle trascrizioni. Esposito fu accusato dall’imprenditore di avergli chiesto cinquemila euro mensili, Terracciano gli avrebbe invece chiesto la somma di 2500 euro, le motivazioni della sentenza emessa ieri mattina diranno su quali basi il tribunale ha deciso la condanna. 
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