San Carlo: strappo con De Luca, Maffettone si dimette

San Carlo: strappo con De Luca, Maffettone si dimette
di Davide Cerbone
Lunedì 11 Dicembre 2017, 22:56 - Ultimo agg. 12 Dicembre, 08:28
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Il suo addio, per quanto silenzioso, è destinato a fare rumore. Sebastiano Maffettone, il filosofo dai toni gentili che il presidente De Luca aveva chiamato un paio di anni fa a colmare il vuoto che lo stesso presidente aveva voluto (almeno, in giunta) in materia di politiche culturali, si è dimesso dal Cdi del San Carlo. La notizia arriva all’ultimo momento perfino in Teatro, dove fino a ieri pomeriggio non se ne sapeva niente.
Dire che l’addio del consigliere culturale di De Luca sia un fulmine a ciel sereno sarebbe un errore: chi ben conosce le dinamiche interne al Consiglio di indirizzo del Lirico si aspettava già da tempo un avvicendamento. Risale a poco più di un anno fa l’intenzione dichiarata dal presidente della Campania di partecipare in prima persona ad alcune riunioni del Consiglio. Erano i tempi della guerra a tutto campo con de Magistris, e la discesa in campo del governatore in sostituzione (e a discapito) del suo fiduciario poteva essere considerata funzionale alla voglia di contare di più all’interno del Teatro. «Il Comune di Napoli versa 800mila euro, quanto si può impegnare per una sagra di paese - aveva rilevato il presidente della giunta regionale - La Regione Campania, invece, destina 16 milioni di euro per garantire la programmazione e la vita del teatro San Carlo». Forte di questi argomenti, di fronte a quella che sembrò una scomunica, Maffettone assicurò a Il Mattino: «De Luca mi aveva detto che avrebbe voluto fare un passaggio in Cdi. Io ho molto sostenuto questa tesi: sarei contento se prendesse parte ad una riunione, ascoltare la discussione lo aiuterebbe a capire meglio i problemi. L’ipotesi che mi sostituisca in via definitiva? Non credo che abbia il tempo di farlo - rispose - Ma se lo fa, bontà sua. Non sono attaccato alle poltrone».

 

Era il settembre dell’anno scorso. Quattordici mesi dopo, quella poltrona l’ha lasciata davvero, sollevando a Santa Lucia un caso politico che, sia pure silente, già covava da tempo sotto la cenere. Se in seno alla Fondazione Ravello, dove è presidente, il ruolo del consigliere culturale del governatore è qualificato e ben definito, per quanto riguarda il Massimo napoletano Maffettone avrebbe confessato un forte imbarazzo legato ad un ruolo vago nel Cdi.
I primi strappi arrivarono con la riorganizzazione del Napoli Teatro Festival: prima le frizioni tra il direttore artistico italo-belga Franco Dragone (fortemente voluto proprio da Maffettone) e il presidente Grispello; poi le polemiche sul discusso ingaggio di Al Pacino. Eppure a chi già allora insinuava che la luna di miele con Vincenzo De Luca fosse finita, il professore rispondeva: «I rapporti sono sempre gli stessi: non fraterni, ma sicuramente amichevoli. Certo, siamo sempre pronti a discutere, su alcune cose abbiamo divergenze di opinioni ed è normale. Ma il capo è lui, e non ci sono particolari freddezze. A meno che qualcosa non mi sfugga». Qualcosa, evidentemente, dev’essergli sfuggito se è vero che il filosofo è diventato via via una figura sempre più sfumata sulla scena delle politiche culturali regionali. Da mesi il consigliere di De Luca non è più un interlocutore per gli operatori culturali e anche le sue apparizioni si sono di fatto azzerate. Per questo oggi le dimissioni dal Cdi del San Carlo fanno intravedere la possibilità di un divorzio.
Intanto, mentre tra il governatore e il suo consigliere si consuma lo strappo più profondo - e mentre da più parti si paventa il rischio di una “salernizzazione” in ambito culturale, con lo spostamento di ingenti fondi da Napoli - la Regione Campania annuncia di aver liquidato alla Fondazione Teatro di San Carlo contributi stanziati dal 2010 a oggi per un totale di 9,405 milioni. «Un ulteriore segnale della grande vicinanza dell’ente regionale e del suo presidente Vincenzo De Luca nei confronti del San Carlo», commenta il sovrintendente Rosanna Purchia, che aggiunge: «La maggiore garanzia rispetto al passato sulla liquidazione dei contributi, assieme agli importanti investimenti pari a 12,7 milioni all’anno, il contributo più alto che una Regione destina a un Lirico in Italia, sono una parte importante del percorso virtuoso che sta vivendo il San Carlo, tra rilancio internazionale, incremento di pubblico e il nono pareggio di bilancio consecutivo raggiunto dall’attuale gestione del Teatro. Tutto questo rafforza la credibilità e l’affidabilità del San Carlo nel panorama internazionale», prosegue Purchia, che non manca di sottolineare una felice coincidenza: «Questo intervento - conclude la nota - arriva in un momento di particolare felicità, all’indomani del grande successo della “prima” della “Fanciulla del West”, che ha inaugurato la stagione 2017-18».
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