Rimessaggi sotto sequestro
​nel golfo di Napoli: «Inquinano»

Rimessaggi sotto sequestro nel golfo di Napoli: «Inquinano»
di Domenico Ambrosino
Martedì 23 Maggio 2017, 15:54
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Procida. La guardia costiera isolana ha posto sotto sequestro due centri di rimessaggio barche da diporto alla Chiaiolella sul lungomare Cristoforo Colombo. Nelle due aree che accolgono centinaia di imbarcazioni venivano esercitate attività senza le dovute autorizzazioni, in violazione delle norme per la protezione dell'ambiente e della sicurezza sul lavoro. Gli uomini del circomare isolano, retto dal tenente di vascello Sabrina Di Cuio, hanno così provveduto ad apporre i sigilli ai due esercizi. I titolari sono stati denunciati perchè la loro attività di rimessaggio sarebbe stata portata avanti senza le previste autorizzazioni per lo scarico delle acque reflue nonché di quelle necessarie per le emissioni in atmosfera.

Il sequestro giunge al seguito di una lunga indagine, promossa dalla procura della Repubblica di Napoli che si è avvalsa del braccio operativo della guardia costiera isolana. I controlli sono stati eseguiti in collaborazione con l'Arpa Campania e ASL Napoli 2 nord dipartimento di prevenzione servizi igiene e medicina del lavoro. L'indagine non è ancora conclusa in quanto sono al vaglio le documentazioni che il Comune è stato invitato a fornire.
Questo sequestro segue quello del mese scorso ad altro rimessaggio situato nella stessa zona da parte dei carabinieri dell'isola: sempre gli stessi i motivi, non rispetto delle normative di carattere ambientale. Provvedimeno disposto dal tribunale di Napoli.

Nelle aree sequestrate le barche che vengono ormeggiate nel vicino scalo turistico della Chiaiolella venivano sottoposte, durante il periodo invernale, a lavori di lavaggio, pulizia, pitturazione, verniciatura degli scafi che per legge devono sottostare a particolari e precise disposizioni anti inquinamento a protezione dell'ambiente.
A quanto accertato dalle indagini le varie normative sono state finora eluse. Tanto è vero che diverse denunce sono partite da abitanti della zona, come pure da turisti che frequentano l'isola.

La zona interessata, il lungomare che costeggia la spiaggia di Ciracciello, era una zona di particolare pregio naturalistico ed ambientale. Nelle aree ove ora vengono custodite e depositate le barche da diporto erano localizzate le cosiddette parule, terreni agricoli che fornivano prodotti carciofi, pomodori, ortaggi vari che ogni mattina gli agricoltori, a dorso d'asino, provvedevano a distribuire e vendere nel centro storico dell'isola, grazie a settanta animali da soma. Data l'alta qualità, carciofi e pomodori trovavano collocazione anche nei mercati della vicina isola d'Ischia.