Napoli, resta tra gli scogli il clochard del Molo Luise: fallito il ricongiungimento familiare annunciato dal Comune

La casetta abusiva sugli scogli del Molo Luise
La casetta abusiva sugli scogli del Molo Luise
di Antonio Folle
Venerdì 15 Giugno 2018, 11:35
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Antonio, il clochard 55enne che vive tra gli scogli del Molo Luise da oltre 10 anni è ritornato in strada. La notizia dello sgombero del senza fissa dimora concluso con il lieto fine e con il ricongiungimento con la figlia che non vedeva da anni è rimbalzata in brevissimo tempo da un capo all'altro della città ma, dopo poche ore, è arrivata la doccia fredda. Gelata. I volontari del noto gruppo "Angeli di Strada Villanova" hanno smentito il ricongiungimento raccontando di come Antonio sia tornato sugli scogli dove si era costruito nel tempo un rifiugio in muratura e di come, ancora nella serata di ieri, siano andati sul posto per fornire coperte e pasti caldi all'uomo.

«La notizia del ricongiungimento tra Antonio e la sua famiglia è infondata - ha commentato Marcello Ciucci di Angeli di Strada Villanova - il clochard è infatti ritornato allo stesso posto che occupa da ormai dieci anni. Ieri sera il nostro gruppo è passato a trovarlo per offrirgli il solito pasto caldo che gli offriamo da anni e per portargli qualche parola di conforto. Antonio - ha proseguito Marcello Ciucci - ha ribadito più volte di non volersi muovere da quella che identifica come la sua casa per nessuna ragione».

Una situazione disperata, quella del 55enne, figlia di una situazione familiare estremamente complicata. L'uomo, un ex imbianchino, dopo anni di vita in strada è in cattive condizioni di salute. Quasi del tutto sordo è alle prese anche con un pericoloso abbassamento della vista. 

Il manufatto abusivo che Antonio aveva tirato su in quasi dieci anni, intanto, è stato quasi del tutto abbattuto. Il lusso sfrenato sei superyacht ormeggiati a due passi dalla casetta abusiva che l'uomo aveva costruito per ripararsi dal freddo è la rappresentazione forse più stridente delle mille contraddizioni di Napoli. Centinaia di uomini e donne che vivono a due passi dalla ricchezza più sfrenata e che sopravvivono solo grazie all'opera caritatevole di decine di volontari che, spesso autotassandosi, rappresentano l'unico argine all'abbandono e alla fame nel silenzio pressochè totale da parte delle istituzioni cittadine. 

Antonio, che in un modo o nell'altro ha perso la sua famiglia d'origine, ha trovato una famiglia di uomini, donne, ragazze e ragazzi che si prendono cura di lui. Proprio i volontari del gruppo guidato da Marcello Ciucci hanno già fissato un appuntamento per una visita specialistica a cui Antonio dovrà sottoporsi a causa di una brutta tosse che, probabilmente, preannuncia una bronchite mal curata. Una magra consolazione per chi, invece, si aspettava un lieto fine che probabilmente non arriverà mai. 
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