Costi e qualità, cartellino rosso
per quattro ospedali campani

Costi e qualità, cartellino rosso per quattro ospedali campani
di ​Ettore Mautone
Domenica 18 Dicembre 2016, 09:47 - Ultimo agg. 16:32
3 Minuti di Lettura
Efficienza della rete delle cure sanitarie: Campania ancora sconfitta nel campionato della salute tra le Regioni. Dal cruscotto delle decine di parametri presi in considerazione dall'Agenas (Agenzia del ministero della salute) per stilare il piano esiti del 2016, relativo all'attività del 2015, la Campania esce con le ossa rotte. I livelli essenziali di assistenza arrancano, l'efficienza è in ritardo e le performance cliniche di Asl e ospedali lasciano a desiderare, eternamente in affanno.



Nulla di nuovo, si dirà: il dato è ormai storico e consolidato. Ma la novità di quest'anno del Piano Agenas è la mappa aggiornata dell'efficienza registrata in tutti gli ospedali italiani e condensata in un unico grafico, il Treemap, da cui arrivano indicazioni per ogni singola struttura sulle aree cliniche che funzionano e per quelle da mettere in riga. Sotto la lente ci sono sette aree cliniche principali (cardiocircolatorio, respiratorio, gravidanza e parto, osteomuscolare, nervoso, chirurgia oncologica, chirurgia generale) in cui ciascuno degli indicatori sottende esiti per decine di procedure in termini di mortalità, tempestività dell'intervento, guarigioni e volumi di pazienti trattati. Ebbene anche in questo quadro di sintesi la Campania primeggia in negativo con 4 grandi aziende ospedaliere su 11 per le quali scatta il cartellino rosso. Si tratta di Cardarelli, Monaldi, Moscati di Avellino e Policlinico del centro storico (Ateneo Luigi Vanvitelli).

Tra aziende ospedaliere, aziende universitarie e Irccs pubblici (circa il 10% del totale) queste sono a rischio di dover presentare un piano di efficientamento e riqualificazione in base alle nuove norme sui piani di rientro in vigore da luglio. Piano di rientro e qualificazione da mettere in atto rispettivamente se sforano sui conti (oltre il 10% del budget con un limite di 10 milioni) o per il mancato rispetto di parametri di qualità clinica relativi a volumi e esiti nei 7 settori clinici considerati. Le performance «molto basse» in uno o più dei sette parametri oltre il limite del 15% del totale dell'attività vengono codificate con un bollino rosso.

Le performance «basse» sono invece sanzionate con un bollino arancione se collocate oltre la soglia del 33% del totale delle procedure in ogni singola disciplina. In ogni caso i dati 2016 dell'Agenzia, relativi al 2015, certificano un livello di qualità complessivo per la Campania ben lontano dalla sufficienza e addirittura in bilico con la Calabria nella contesa del fanalino di coda. Un derby degli ultimi appunto. Un quadro impietoso in cui la sola Sicilia risulta in inaspettata ripresa su molti fronti. Tra le Regioni con più strutture (tra il 30 e il 50%) che riportano un livello di qualità dell'assistenza elevato ci cono la Lombardia, la Valle d'Aosta, la provincia autonoma di Bolzano e il Friuli Venezia Giulia. Poi Toscana, Trento e appunto la Sicilia che hanno tra il 15 e il 30% di strutture di livello di qualità.

Tutte al sud invece le strutture con livelli bassi o molto-bassi di qualità, con specifico riferimento alle aree cliniche valutate, in almeno il 50% dell'attività sotto osservazione. Nel dettaglio il Cardarelli risulta insufficiente (bollino rosso) per le attività dell'area osteomuscolare (18,9%), respiratoria (18,7%) e nervoso (16,9%). Qui la frattura del collo femore, nel 2015, su 426 casi è stata operata in 48 ore nel 6,7% dei pazienti contro una media del 54% in Italia. La mortalità a 30 giorni per broncopatie croniche ostruttive su 716 casi è del 16,54% contro una media del 9,91% e la mortalità per ictus ischemico a 30 giorni è del 16,07% a fronte di 12,07% dell'Italia. Altre aree critiche riguardano la mortalità a 30 giorni per scompenso cardiaco congestizio, la mortalità per aneurisma dell'aorta non rotto e il decesso per tumore cerebrale. Fuori norma anche le complicanze durante parto e puerperio sebbene con percentuali inferiori al limite di guardia del 15%.

Continua a leggere su Il Mattino Digital
© RIPRODUZIONE RISERVATA