Rapinatrice tradita dai tatuaggi
«Aveva l'accento siciliano»

Rapinatrice tradita dai tatuaggi «Aveva l'accento siciliano»
di Paola Russo
Mercoledì 27 Luglio 2016, 09:48
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 Torre del Greco. Tradita dai «segni particolari» e dalla maschera antigas indossata dal complice: è così che la 30enne Sonia Muzzio è stata riconosciuta e arrestata dalla polizia torrese per una rapina che risale allo scorso otto luglio. Il «duo» piuttosto stravagante entrò in azione nella gioielleria «Pincarmen» di via Piscopia, nel cuore del centro storico.

Di quel raid la proprietaria del negozio ricordava molti dettagli, fra i quali quelli che si sono rivelati determinanti per il riconoscimento della donna, come l'accento siciliano. Elementi che hanno permesso agli agenti del commissariato di poter individuare la responsabile del colpo in tempi da record. Quella mattina, intorno alle undici, la vittima stava sbrigando delle pulizie nell'esercizio, e nemmeno fece caso inizialmente a quella coppia che puntava lo sguardo soprattutto alla cassa. Oltre alla titolare, all'interno della gioielleria c'erano solo loro due: la 30enne e il complice. Non appena la proprietaria si girò verso di loro, l'uomo impugnò una pistola e iniziò a minacciarla. La richiesta era precisa: voleva tutto ciò che c'era all'interno della cassaforte. Evidentemente i due avevano fretta, in quanto dinanzi al rifiuto da parte della vittima di aprire la cassaforte, il rapinatore si limitò a raccogliere diversi gioielli in esposizione, dopodiché tirò via anche la borsa della donna.

All'interno c'erano circa 300 euro, mentre il danno per i preziosi era decisamente più alto: si aggirava intorno ai tremila euro. Concluso il colpo, i due fuggirono poi a piedi verso via Roma. Ora, a meno di un mese da quel raid, i poliziotti (coordinati dal primo dirigente Davide Della Cioppa) sono quindi riusciti ad associare un volto alle minuziose descrizioni fornite della titolare della gioielleria. La vittima, in un secondo momento, ha anche ricordato altri elementi- come i tatuaggi, ad esempio - che hanno permesso così di accelerare ancora di più le indagini. In questo caso il lavoro degli investigatori di via Sedivola è stato anche più difficoltoso, in quanto il negozio era sprovvisto di occhi elettronici e il riscontro è stato quindi possibile soltanto con il racconto della vittima e le successive indagini.

La Muzzio, originaria di Catania ma da tempo domiciliata a Torre del Greco, avrebbe colpito la titolare del negozio anche per quel suo accento siciliano, certamente insolito nella città del corallo. Ma non solo. La donna ha riferito anche di aver poi riconosciuto altri segni particolari che l'hanno convinta a confermare quanto sospettato dagli agenti. Ieri mattina, la 30enne è stata raggiunta da una pattuglia del commissariato che le ha notificato il provvedimento di custodia cautelare ai domiciliari emesso dalla procura. Nel frattempo la polizia sta già lavorando all'identificazione del complice della 30enne. Un iter più difficile, in quanto l'uomo indossava una maschera che gli copriva quasi l'intero volto. Non è escluso, però, che possano esserci degli sviluppi anche in tempi brevi sull'identità del rapinatore. Per quanto concerne, invece, l'arma utilizzata per spaventare la vittima, qualche giorno dopo il colpo le forze dell'ordine hanno rinvenuto un borsone abbandonato in un posto isolato, con all'interno sia la borsa della commerciante che una pistola giocattolo.

Un elemento che ha dunque convinto gli investigatori che la rapina sia stata compiuta proprio con quell'arma. Al momento, però, le uniche conferme sono quelle giunte a seguito del riconoscimento da parte della vittima della donna che ha preso parte alla rapina dello scorso luglio. Una testimonianza resa ancora più valida anche dal fatto che la Muzzio a differenza del complice ha agito a volto scoperto.
 
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