Rapina e spari per assaltare furgone a Castellammare: 50 anni di carcere

Rapina e spari per assaltare furgone a Castellammare: 50 anni di carcere
di Dario Sautto
Sabato 22 Settembre 2018, 09:46 - Ultimo agg. 10:53
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Assaltarono un portavalori a Castellammare per rapinare 320mila euro e ferirono due guardie giurate a colpi di pistola. L'organizzatore era anche lui un vigilantes, in servizio in un altro istituto, ma considerato vera mente del gruppo. Per i cinque del commando armato arriva la condanna totale a mezzo secolo di carcere.

Si è chiuso ieri mattina il processo di primo grado - celebrato con rito abbreviato - per i cinque banditi che, il 12 maggio 2017, presero parte alla fase organizzativa e alla pericolosa e spettacolare rapina avvenuta al centro di Castellammare, in pieno stile far west. Dodici anni di carcere ciascuno per Angelo Langione, 53enne di Cercola, e Luigi Nemolato, 36enne di Ponticelli; dieci anni e otto mesi per il 40enne cercolese Francesco Ricci; dieci anni per il più giovane della banda, il 24enne Carlo Pisani, residente nel quartiere Barra; e sei anni di reclusione, in continuazione con altri pene già da scontare, per il 35enne napoletano Marco Angieri. La sentenza è stata emessa dal giudice del tribunale di Torre Annunziata, Silvia Paladino, applicata gup per la celebrazione del processo che si è chiuso ieri mattina.
 
Rispettate in toto le richieste avanzate dall'accusa pm in aula Francesca Sorvillo con il riconoscimento di una provvisionale per i due vigilanti rimasti feriti nell'assalto armato, capeggiato da un loro collega: Langione, infatti, era in servizio alla Civin e, secondo l'accusa, fu proprio lui la mente del gruppo, perché del «mestiere», a conoscenza delle operazioni necessarie per ricaricare le casse dei bancomat. E, soprattutto, secondo gli investigatori fu proprio lui ad effettuare alcuni sopralluoghi nei giorni precedenti.

Ad incastrare la banda, in sette intensi mesi di indagini condotte dai carabinieri della compagnia di Castellammare, sono state le telecamere presenti in zona, che avevano ripreso l'intera scena dell'assalto e, soprattutto, i vari appostamenti effettuati dalla banda di rapinatori. Almeno cinque volte erano tornati nei pressi del distributore di benzina del viale Europa, a poche decine di metri dalla via di fuga per eccellenza, il raccordo verso l'autostrada. Un colpo studiato nei minimi dettagli, anche nell'eventualità di una reazione delle guardie giurate impegnate nel trasporto valori al Banco di Napoli stabiese. Appena ci fu un accenno di difesa del bottino, i due vigilantes furono feriti a colpi di pistola.

Erano le 6.45 del 12 maggio quando il commando entrò in azione. Le due guardie giurate reagirono e nacque un conflitto a fuoco, al quale parteciparono anche gli agenti della vigilanza presenti al vicinissimo ospedale San Leonardo. I banditi riuscirono a darsi alla fuga con tre plichi da 100mila euro l'uno a bordo di una Seat Althea, poi ritrovata nel Napoletano durante la giornata. Ormai vuota, senza tracce e, ovviamente, senza i circa 320mila euro sottratti mentre le guardie provavano a ricaricare lo sportello Atm stabiese. Nel frattempo, però, i carabinieri riuscirono ad identificare i primi componenti del commando e partirono le intercettazioni, che hanno poi confermato quanto già ipotizzato dagli investigatori.

I cinque, tra l'altro, sono sospettati di altri colpi simili messi a segno in giro per il Napoletano tra il 2010 e il 2017. Prima di finire in manette, alcuni riuscirono anche a godersi lunghe e costose vacanze, proprio grazie al bottino portato via durante l'assalto stabiese. E, durante le indagini, avevano programmato almeno un'altra rapina a un portavalori e stavano pensando di organizzare altri colpi simili, seguendo le tracce dei portavalori e conoscendo, in anticipo, i giorni e gli orari in cui avvenivano le ricariche delle casse degli sportelli automatici dei vari sportelli bancari.
 
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