Racket, in manette Teano:
voleva diventare boss del Vomero

Racket, in manette Teano: voleva diventare boss del Vomero
di Giuseppe Crimaldi
Mercoledì 5 Dicembre 2018, 23:00 - Ultimo agg. 6 Dicembre, 14:10
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Era ricercato da cinque mesi. Lo braccavano polizia e carabinieri, e solo qualche settimana fa Andrea Teano - considerato il nuovo boss del Vomero e dell’Arenella - era riuscito a sfuggire rocambolescamente alla cattura nel cuore della notte agli uomini della Squadra mobile scappando via sui tetti di piazza Muzii. Ma da martedì la sua latitanza è finita, grazie ad un blitz dei carabinieri della compagnia Vomero. Preso.

Non aveva perso tempo, Teano. Appena uscito dal carcere, dopo aver scontato una pena per reati associativi, si era messo in movimento tentando di acquisire prestigio criminale nella zona collinare. Aveva fiutato il vento: tra il Vomero e l’Arenella, dopo l’arresto del boss Luigi Cimmino, si sono dischiusi scenari inediti. Soprattutto si era presentato campo libero nel sempreverde mercato illecito delle estorsioni; e poiché il racket in questa zona ha sempre fruttato soldi a palate, Teano vi si era lanciato. Sei mesi fa, con un complice, aveva avvicinato un imprenditore chiedendogli il pizzo. 

L’uomo aveva denunciato tutto alla Polizia di Stato, e da quel momento la Direzione distrettuale antimafia si era attivata chiedendo, ed ottenendo dal giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Napoli, un’ordinanza cautelare in carcere. Ma da quel momento Andrea Teano era diventato un fantasma. Un’ombra: imprendibile.
 

Tre settimane fa gli agenti della Squadra mobile riuscirono a localizzarlo, grazie a una sofisticata indagine durata settimane. L’operazione tuttavia non andò in porto. Teano stava trascorrendo la notte in casa di un familiare, a due passi dalla chiesa di Santa Maria del Soccorso, dov’era nato. Non era solo: con lui si trovava un altro pregiudicato: Luigi Nasti.

All’arrivo dei poliziotti in borghese - alle 4 della notte - da via Eduardo Massari Teano riuscì ancora una volta a farla franca. Si dileguò guadagnando - dai tetti - una via di fuga verso il «Parco La Pineta». 

L’altra notte la fortuna gli ha voltato le spalle. E - sebbene non si conoscano particolari sulle modalità che hanno portato alla sua cattura - per Teano sono arrivate le manette. Ad intercettarlo in una zona del Vomero alto sono stati i militari della compagnia Vomero, che pure lo ricercavano attivamente da tempo. Teano verrà presto sottoposto ad interroggatorio di garanzia dal giudice per le indagini preliminari.

Su di lui gravano accuse pesanti ed un sospetto: oltre ad aver tentato di imporre il pizzo ad almeno un paio di imprenditori (uno dei quali opererebbe nell’ambito dei servizi ospedalieri), l’uomo avrebbe coltivato il progetto di diventare il nuovo «ras» del Vomero-Arenella.

Le inchieste giudiziarie che hanno fatto terra bruciata attorno all’ex boss Cimmino ed ai suoi sodali hanno di fatto riaperto i giochi criminali nella zona collinare: facendo gola a parecchi, compresi alcuni elementi legati alla criminalità organizzata dell’area nord di Napoli. Era il luglio del 2015 quando Luigi Cimmino finì di nuovo in carcere nell’ambito dell’inchiesta sul racket ai danni di imprenditori nella zona collinare. Intercettare il boss non fu facile perché Cimmino aveva la mania per le microspie e una grande attenzione per le bonifiche delle auto su cui viaggiava. Ciò nonostante intorno a lui si chiuse il cerchio. 
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