Il procuratore Cafiero De Raho a Ottaviano tra camorra ed emergenza migranti

Il procuratore Cafiero De Raho a Ottaviano tra camorra ed emergenza migranti
di Francesco Gravetti
Mercoledì 11 Luglio 2018, 20:15
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OTTAVIANO - «Essere qui a ricordare Mimmo Beneventano vuol dire sottolineare l’esempio di un uomo coraggioso». Così Federico Cafiero De Raho, procuratore nazionale antimafia, ha commentato l’intitolazione di una sala del Palazzo Mediceo, ad Ottaviano, a Mimmo Beneventano, medico e consigliere comunale che fu ucciso dalla camorra nel 1980. Beneventano avrebbe compiuto oggi 70 anni e il Parco nazionale del Vesuvio, insieme a Legambiente, ha voluto organizzare la cerimonia commemorazione insieme all’insediamento dell’Osservatorio ambiente e legalità. Presenti, tra gli altri, anche il presidente della fondazione Polis don Tonino Palmese, il referente di Libera in Campania Fabio Giuliani, la sorella di Mimmo e presidente della fondazione Beneventano, il presidente nazionale di Legambiente Stefano Ciafani, oltre al sindaco di Ottaviano Luca Capasso e al presidente del Parco Vesuvio Agostino Casillo.
 
 

«Ottaviano e il Palazzo Mediceo si candidano ad ospitare gli Stati Generali dell’antimafia», ha ricordato il sindaco Capasso a Cafiero De Raho, che ha raccontato anche di quando si è occupato dei processi alla camorra vesuviana: «Beneventano sapeva di lottare contro un potere strutturato e molto forte, ma non ha avuto paura». Il procuratore si è soffermato anche sulla necessità, più volte ribadita, di ospitare agenti di polizia giudiziaria sulle navi che vanno ad recuperare i migranti: «Molte indagini sugli scafisti e sulla tratta degli esseri umani si sono sviluppate grazie alle dichiarazioni rese dai migranti al momento del salvataggio. Si è più disponibili a collaborare in quei momenti che successivamente, quando si ha la garanzia dell’accoglienza». Ha poi proseguito: «Sappiamo che molte organizzazioni criminali che si occupano del traffico dei migranti sono in contatto tra loro, non solo in Libia ma anche in Nord e Centro Africa. A questo rete dobbiamo rispondere con una maggiore collaborazione dei Paesi coinvolti. In Italia la criminalità organizzata fa affari sui migranti, dall’accoglienza fino al pizzo sugli episodi di sfruttamento degli esseri umani, come la prostituzione».
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