Nel Napoletano preso spacciatore bengalese di «yaba», droga della pazzia made in Thailandia

Nel Napoletano preso spacciatore bengalese di «yaba», droga della pazzia made in Thailandia
di Francesco Gravetti
Domenica 12 Agosto 2018, 13:28
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La yaba, detta anche «droga di Hitler» o «droga della pazzia» per gli effetti devastanti che produce, era già suddivisa in dosi: 150, stipate nella tasche e in una borsa del 25enne proveniente dal Bangladesh. Aspetto dimesso, fisico minuto, il giovane si mescolava alle migliaia di bengalesi che vivono a Palma Campania. Una comunità folta e polemiche sulla difficile integrazione che si trascinano da anni, tanto o che anche Matteo Salvini, appena nominato ministro dell'Interno, promise con un tweet ai palmesi «Ci vediamo presto», spiegando che avrebbe affrontato e risolto il problema Bangladesh. Mai, però, tra i migranti orientali si era registrata la presenza di uno spacciatore. Lo hanno scovato i carabinieri guidati dal maresciallo Massimo Nasti, al termine di una serie di appostamenti: è il primo pusher bengalese arrestato a Palma Campania, il secondo in tutta l'area vesuviana.

LA SOSTANZA
La yaba si assume in pillole più piccole delle pasticche di ecstasy di colore rosso, arancione o verde limone, con un forte odore di vaniglia, che si vendono a cinque, sei euro al pezzo. Proviene dalla Thailandia e facilita la produzione cerebrale di dopamina, provocando un intenso senso di piacere e di benessere. Si tratta di una sostanza metamfetaminica fabbricata dai Wa, popolazione delle montagne birmane, antichi tagliatori di teste diventati baroni della droga. La capacità a creare dipendenza psichica è tre volte quella dell'ecstasy: gli effetti durano dalle 8 alle 24 ore e possono essere paragonati a quelli del crack. L'abuso cronico provoca un nervosismo permanente, irascibilità e allucinazioni paranoiche, predisposizione alla violenza verso se stessi e gli altri. Il consumatore perde l'appetito, soffre di disturbi del sonno e di disordini psichiatrici (come la perdita di memoria), depressione.

IL BUSINESS
L'arresto in via Roma, nel centro storico di Palma Campania, ormai frequentata quasi esclusivamente da cittadini del Bangladesh. Phone center, negozi di frutta e verdura, macellerie islamiche: il giovane si muoveva in un mondo che conosceva. Stava spacciando in pieno giorno, alle tre del pomeriggio, quando si è visto piombare addosso i carabinieri. Tra i clienti c'erano suoi connazionali ma anche molti italiani, alcuni giovanissimi: lo spacciatore stava facendosi largo grazie ad una politica di prezzi bassi, convinto di poterla fare franca mimetizzandosi tra gli altri migranti.

I NUMERI
Secondo dati non ufficiali, a Palma i cittadini provenienti dal Bangladesh sarebbero circa 6mila, a fronte di una popolazione complessiva di poco più di 15mila abitanti: il pusher sperava di mescolarsi agli altri ed evitare così i controlli. Si tratta, peraltro, di una comunità piuttosto pacifica, che mai in passato ha dato problemi legati ad attività criminali o delinquenziali: a Palma Campania le polemiche sull'integrazione hanno sempre riguardato il sovraffollamento, il lavoro nero, il caporalato, la scarsa igiene nella gestione delle attività commerciali. Le indagini ora proseguono per individuare la fonte di approvvigionamento dello spacciatore arrestato: la yaba proviene dalla Thailandia, ma per arrivare fino in Italia sono necessari appoggi locali.
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