Sanità Campania, il piano ospedali
ecco cosa cambia in regione

Sanità Campania, il piano ospedali ecco cosa cambia in regione
di Maria Pirro ed Ettore Mautone
Sabato 16 Aprile 2016, 08:28 - Ultimo agg. 08:49
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Rivoluzione sanità in Campania. O per lo meno è quella che promette il governatore Vincenzo De Luca, che da qualche giorno ha tra le mani il nuovo piano che dovrebbe riorganizzare gli ospedali e portare a superare storici ritardi entro il 2017. 

Il documento strategico è anche all’esame del ministro Beatrice Lorenzin, e per questo si tratta di una bozza, da rivedere ancora, ma gli indirizzi sono chiari. La linea è: chiudere le strutture insicure, trasferire gli ammalati attraverso il 118 nei reparti attrezzati per le terapie, in base alle patologie (e alla gravità), anche nei due Policlinici, concentrare le cure oncologiche, ma prevedere la radioterapia anche in provincia, rafforzare l’assistenza territoriale e le strutture di lungodegenza e quindi ridurre i posti letto per acuti ed eliminare la «vergogna delle barelle», come l’ha definita il governatore, una causa di «disagi inaccettabili», ha ribadito il ministro durante la visita dell’11 aprile a Napoli.

Per centrale l’obiettivo, si punta sul modello lombardo. Allo studio è la creazione di una azienda sanitaria unica dedicata alla gestione dell’emergenza, ma per renderla operativa serve un sistema informatico di livello per la gestione dei dati. Inoltre, il documento che ridisegna l’assistenza in Campania, è questa una novità, tiene conto dei servizi garantiti nelle cliniche private accreditate. Diverse case di cura entrano, ad esempio, nella rete ictus e infarto.

Nella nuova mappa degli ospedali, la rivoluzione parte da Napoli. Chiude l'ultimo reparto all'Annunziata (il presidio resta comunque dedicato alla cura del bimbo e della madre), cambia tutto al San Gennaro (è previsto un polo di riabilitazione), si «salva» la chirurgia agli Incurabili, ma il punto nascita trasloca alla Sun: dopo i lavori durati un'eternità, il polo universitario riapre l'ostetricia e si dota di terapia intensiva neonatale per poter diventare riferimento nel centro storico. Conquista 60 posti letto in più il Pascale, come anticipato dal ministro durante la visita nell'istituto tumori; di sostegno, nelle terapie oncologiche, si rafforza l'Ascalesi. Naturalmente, diversi dettagli potrebbero variare, ma danno un'indicazione della riorganizzazione che si profila e che, per la prima volta, può essere spiegata, indicando come variano i posti letto per acuti riferiti al 2013.
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