Party nei luoghi d'arte di Napoli: la Procura apre un'inchiesta

Party nei luoghi d'arte di Napoli: la Procura apre un'inchiesta
di Leandro Del Gaudio
Mercoledì 14 Novembre 2018, 07:00 - Ultimo agg. 07:04
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Capire chi li gestisce e in base a quali procedure vengono affidati. Capire chi è responsabile, dopo che sono stati assegnati (fosse anche per una notte), chi paga le conseguenze di una cattiva gestione. È il filone investigativo che riguarda la gestione di monumenti, chiese, luoghi sacri da un punto di vista religioso o semplicemente edifici di importanza storica: un'inchiesta che prende le mosse da alcuni report giornalistici che hanno sollevato il caso di party, kermesse e eventi di mondanità all'interno di strutture monumentali.

È il caso della chiesa di San Gennaro all'Olmo, solo per citare il caso più recente, che ha ospitato una festa in maschera - stile Halloween - con tanto di ragazze in minigonna sedute sull'altare e su altri arredi ecclesiastici.
 
Non è l'unico episodio che ha sollevato un certo scalpore a proposito di gestione di luoghi sacri. Pochi mesi fa fecero notizia i selfie e le foto fatte da alcune ragazze sul trono reale che fu dei Borbone, all'interno di Palazzo reale, sollevando perplessità sui rischi di danni irreversibili sul nostro patrimonio artistico e monumentale. Ed è proprio in questa ottica che si è mossa la Procura di Gianni Melillo, che da oltre un anno ha creato un gruppo intersezionale di pm che si occupano proprio di tutela dei beni artistici e monumentali, nel solco dell'inchiesta che ha svelato alcuni anni fa il saccheggio di libri avvenuto all'interno della biblioteca dei Girolamini. E torniamo alla storia della festa di Halloween di qualche giorno fa. Una vicenda coordinata dal procuratore aggiunto Vincenzo Piscitelli che punta a fare chiarezza sulla gestione di un bene - parliamo di un piccolo gioiello della nostra edilizia sacra - diventato teatro di un party a sfondo satanico.

È accaduto lo scorso 31 ottobre, nel pieno della moda di origine anglosassone di festeggiare il culto dei morti con party dedicati al genere horror. Un evento a pagamento, musica ad alto volume, ragazzi che ballano fino a tarda notte. E non è tutto.

Nel corso del party si è celebrata anche una rappresentazione teatrale sui martiri della rivoluzione napoletana del 99, una sorta di messa in scena che è culminata in un'impiccagione, a ricordare il patibolo allestito dai lealisti contro sostenitori e simpatizzanti della rivoluzione partenopea: un'impiccagione rappresentata addirittura sull'antica «cantoria» dell'edificio.

Insomma, uno scandalo a tutti gli effetti esploso grazie alle foto postate sui social, una vicenda che sarebbe rimasta celata senza la moda di piazzare le foto di un evento sul circuito social. Come era inevitabile, si è mossa la Curia. Stando a quanto emerso in questi giorni, l'arcidiocesi napoletana è intervenuta in modo netto. Ha comunicato alla Fondazione Giovanbattista Vico, a cui è affidata la chiesa di San Gennaro all'Olmo, che a partire da questi giorni la convenzione per la gestione del monumento napoletano deve dichiararsi decaduto. Rescisso senza mezzi termini.

Al lavoro i carabinieri specializzati nella tutela dei beni artistici e monumentali, che puntano a verificare anche altri aspetti, in relazione ai rapporti tra diocesi, enti locali e sovrintendenza. Esistono dei paletti imposti a chi dà in affido una struttura monumentale a fondazioni, associazioni, enti no profit? C'è la possibilità di somministrare alcol e di accendere musica ad alto volume per eventi da ballo? Ma al di là della necessità di tutelare edifici e arredi, c'è anche una questione legata al decoro e alla funzione spirituale di certi ambienti. È il caso delle chiese, a partire da un principio su tutti. Un ambiente resta sacro sempre, anche quando non ospita funzioni spirituali riconosciute dal credo ufficiale, e non può essere desacralizzato. Un motivo in più per ascoltare gli organizzatori della festa di Halloween, per visionare il contratto e di dare una lettura a inviti e registri contabili, anche per capire qual è il giro d'affari che ruota attorno all'affido di pezzi di storia cittadina a semplice associazioni di privati.
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