Parco Verde, minacce agli assistenti
della bimba violentata dal patrigno

Parco Verde, minacce agli assistenti della bimba violentata dal patrigno
di Marco Di Caterino
Sabato 21 Novembre 2015, 15:54 - Ultimo agg. 09:01
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Caivano. Un altro colpo di scena nel giallo della morte di Fortuna Loffredo, la bimba violentata e scaraventata nel vuoto dell’isolato 3 delle palazzine popolari Iacp del Parco Verde, il palazzo degli orchi dove è stata scoperta una rete dei pedofili, con tre bambini abusati e quattro adulti arrestati, e tre ragazzine di sette, tre e due anni, allontanate dalla loro famiglia nella quale una di loro subiva violenze sessuali da parte del convivente della mamma.



Tra queste anche la piccola Doriana, sorella di Antonio, il bimbo di tre anni precipitato dall’ottavo piano dell’’isolato 3 un anno prima della tragica fine di Fortuna, nonché amica del cuore di «Chicca» ( così era chiamata in famiglia) e ultima persona ad averla vista viva. E proprio gli educatori, le psicologhe e la responsabile della casa famiglia che da settembre si prendono cura delle tre bambine del parco degli orchi hanno segnalato ai magistrati strani ed inquietanti episodi.



«La nostra comunità - ha dichiarato al pubblico ministero la responsabile della struttura - non ha telecamere di sorveglianza. Da quando le bambine sono in comunità arrivano numerose telefonate anonime e mute. Si solito in tarda serata. A queste si sono aggiunte anche tante citofonate di sconosciuti, che restano in attesa e non parlano. Questi episodi non sono mai successi nella nostra comunità prima dell’ingresso delle bambine del parco Verde».



Vicende che hanno insinuato tra quanti operano e lavorano nella casa famiglia sensazioni angoscianti. Gli inquirenti - le indagini sono coordinate dalla Procura di Napoli Nord, diretta dal procuratore capo Francesco Greco, dal procuratore aggiunto Domenico Airoma, dal pm Claudia Maone e dai magistrati del Tribunale dei Minori di Napoli - e avrebbero inquadrato le telefonate anonime e le bussate senza risposta al citofono, come una sorta di prosieguo di quelle pressioni psicologiche esercitate dalla mamma e dalla nonna di Doriana, a «farsi i fatti propri, non mettere nei guai la famiglia, rivelando quanto sa di quello che è accaduto negli ultimi minuti di vita di Fortuna».



Un clima pesante e non più sopportabile per questa bambina, dal fisico gracile e con difficoltà di apprendimento e di comunicazione, (parla solo in uno stretto dialetto) e che ha subito un altro trauma per l’arresto della mamma M.F., e del suo convivente R.C., finiti in manette tre giorni fa, e accusati di aver abusato della sorellina di tre anni. Forse ora, grazie agli interventi delle psicologhe della casa famiglia, inizia a mettere a fuoco e pesare un tremendo segreto che si porta dentro, custodito dal processo di adultizzazione messo in atto dalla famiglia che le ha delegato responsabilità che non è in grado di reggere (perizia degli psicologi del Racis), mentre per il perito nominato dal Tribunale dei Minore, Doriana «è fortemente scossa dalla morte violenta dall’amica del cuore – Fortuna – e di quella del fratellino – Antonio – eventi enormemente traumatici per la minore e che lo sono ancora di più se la si obbliga al silenzio».



Intanto il clamore suscitato dalle vicende dei bambini «usa e getta» del Parco Verde, sollevate e anticipate più di un anno fa dal Mattino, hanno travalicato il confine regionale e tutti chiedono chiarezza e soluzione per uno dei gialli più inquietanti della storia giudiziaria. Il governatore Vincenzo De Luca afferma: «Stiamo pensando a una sistema di videosorveglianza da installare nel Parco di Caivano. Non risolverà il problema, ma potrà aiutare a individuare comportamenti sospetti o a rischio. Un modo per contribuire alla prevenzione e a interventi tempestivi». Il coordinatore di regionale di Scelta Civica, Giovanni Palladino, denuncia: «Caivano è un problema nazionale. C'è il sospetto di violenze su molti minori. Il prefetto convochi un vertice con le autorità competenti. Chiederò al ministro dell'Interno, di avviare ogni azione utile». Di calamità nazionale, parla in una lunga nota, l’avvocato Angelo Pisani, che difende il papà e il nonno di Fortuna, che afferma. «Gli ultimi due arresti per pedofilia nello stesso edificio dove è stata uccisa Fortuna, chiediamo che vengano assunte dalle istituzioni fattivi interventi a protezione dei minori del Parco Verde e di tutta Napoli nord dove il fenomeno è molto diffuso. In caso contrario intervenga il governo nazionale, affinché di ponga fine a questa turpe tratta».
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