Ospedale San Gennaro, comitati e associazioni di nuovo in piazza contro la chiusura

Ospedale San Gennaro, comitati e associazioni di nuovo in piazza contro la chiusura
di Giuliana Covella
Domenica 18 Giugno 2017, 20:07 - Ultimo agg. 21:04
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Lunedì 19 giugno, alle 8.30, i comitati e le associazioni del Rione Sanità sono pronti a scendere in piazza per una nuova battaglia per l’ospedale San Gennaro. Nonostante il presidio sia stato a poco a poco smantellato dal piano ospedaliero che prevede la chiusura degli ospedali cittadini e il trasferimento all’Ospedale del Mare di Ponticelli, in tanti sono ancora pronti alle barricate in nome di un diritto sacrosanto come la salute.



«Sono all’ordine del giorno i disastri sociali provocati da oramai un decennio di smantellamento del servizio sanitario pubblico - si legge in una nota -. Mentre molti ospedali del centro storico vengono depauperati dei servizi minimi, grandi poli ospedalieri soffrono di sovraffollamento o, addirittura, non riescono a partire. Il danno è solo della popolazione e dei lavoratori, soggetti a ritmi impressionanti o a condizioni lavorative indegne. L'ospedale San Gennaro è stata una delle prime vittime di questo piano di ristrutturazione fin dalla precedente giunta regionale, con la chiusura del Pronto Soccorso e dei reparti della maternità in uno dei quartieri più popolosi e con tassi di violenza elevati». Il Comitato San Gennaro e i lavoratori dell’ospedale San Gennaro si sono mobilitati da diversi mesi per bloccare la chiusura.


«Non ci siamo limitati alla protesta - si legge ancora nel comunicato - ma abbiamo esteso la nostra azione ad una proposta di piano di funzionamento dell’ospedale che prevedesse l’apertura anche di altri servizi necessari per la comunità (Day Surgery/Day Hospital; Hospice; centro di psicologia e di comunità; potenziamento del consultorio, dell’stp e del Punto di Primo Intervento) semplicemente riorganizzando e migliorando l’utilizzo delle risorse e del personale già esistente. Ci siamo rivolti alla Direzione Sanitaria, alla  Municipalità, alla Prefettura e alla Regione affinché fosse ascoltata la proposta, ma non abbiamo ottenuto nulla. Questi sono alcuni dei tanti motivi che ci spingono nuovamente a scendere nelle piazze per informare e discutere con la popolazione».
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