Delitto Cesarano, chi è Cutarelli:
22 anni, accusato di quattro omicidi

Delitto Cesarano, chi è Cutarelli: 22 anni, accusato di quattro omicidi
di Leandro Del Gaudio
Sabato 21 Gennaio 2017, 08:58
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È stato condannato all'ergastolo per l'omicidio di Pasquale Izzi, è imputato in abbreviato per l'omicidio del boss Pietro Esposito, ora è indagato per il delitto di Genny Cesarano, ma anche di Francesco Sabatino (il figlio del boss pentito Ettore Sabatino). Eccolo Luigi Cutarelli, presunto killer di fiducia di Carlo Lo Russo, nato il cinque maggio del 1995. Aveva poco più di venti anni quando, nel giro di pochi mesi, ha consumato almeno quattro omicidi (tra quelli ricostruiti al momento dai pm), in un crescendo di tensione criminale che lo vede sempre protagonista. È l'uomo della «mazzetta», per dirla con il pm Enrica Parascandolo, il pm anticamorra che ha chiesto e ottenuto l'ergastolo per l'omicidio Izzi: mazzetta - si intende - è il colpo di grazia, che ha il suo corrispettivo nel gesto del pugno alzato e rivolto al capo subito dopo un agguato.

Ieri, nel giro di poche ore, Cutarelli si è visto notificare due ordinanze di custodia cautelare: quella firmata dal gip Ferri, per la morte del 17enne, e quella firmata dal gip Ferrigno, per l'omicidio del figlio del boss pentito. Orrenda la scena del delitto consumato nel 2013, quella in uno scantinato di Miano, secondo la ricostruzione compiuta dai carabinieri del comandante provinciale Ubaldo Del Monaco e dal capo del reparto operativo Alfonso Pannone. Decisiva la prova del Dna, che ha inchiodato Cutarelli e il suo presunto complice buono.
 

 

In sintesi, Francesco Sabatino sarebbe stato ucciso perché avrebbe provato a rendersi autonomo nella gestione della droga in un momento di riorganizzazione del clan. Stando ad alcuni pentiti, dopo l'omicidio di Francesco Sabatino, sarebbe stato mandata un'imbasciata all'allora reggente del clan, vale a dire Antonio Lo Russo (figlio di Salvatore, da qualche tempo collaboratore di giustizia). Parole fin troppo chiare: «Digli all'omm bello, che gli abbiamo risparmiato la fatica, perché al Sabatino gli hanno tagliato la gola...». Un modo fin troppo chiaro per fargli capire che da quel momento non dovevano più agitarsi, che il figlio del boss pentito era stato comunque ucciso. Era il 15 ottobre del 2013, quando venne trovato un cadavere in avanzato stato di decomposizione in una scarpata di via Rocco di Torrepadula. Unico segnale distintivo, la scritta «Maria» tatuata sul corpo della vittima. Era il nome della compagna della vittima, mentre le altre tracce trovate dai carabinieri non hanno lasciato spazio a dubbi: parliamo di tracce di sangue nel locale usato dallavittima - una sorta di sottoscala - in via Teano, dove sarebbe stato consumato il delitto.

Materia per gli analisti della scientifica, mentre ora si apre il quarto processo a carico di Luigi Cutarelli che, appena qualche mese fa, provò a sfuggire dalla condanna all'ergastolo con una strategia di basso profilo assunta in aula.
Ricordate quella confessione di Luigi Cutarelli? Accusato dell'omicidio di Izzi, Cutarelli chiese perdono, alzando lo stesso pugno che aveva alzato dopo una serie di delitti consumati in nome e per conto di Carlo Lo Russo. Disse il pm Parascandolo: «Alzano la stessa mano con cui hanno dato il colpo di grazia...».

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