Gheller, noi i vampiri di via Krupp?
«No, valorizziamo un gioiello»

Gheller, noi i vampiri di via Krupp? «No, valorizziamo un gioiello»
di Rosa Palomba
Lunedì 24 Aprile 2017, 20:32
4 Minuti di Lettura
Forse non sarà brand di alta moda. E nemmeno di gioielleria. Ma in queste ore diventa ancora più credibile l'ipotesi che «Via Krupp-Capri» diventi un marchio internazionale per un «prodotto commerciale di prestigio, rispettoso della bellissima perla del Mediterraneo». Venerdì il consiglio comunale dell'isola ha deliberato che il progetto di project financing presentato dell'azienda Gheller «è di interesse pubblico». Risanamento, bonifica dei costoni, monitoraggio e quindi apertura al mondo della storica e suggestiva passeggiata lungo i tornanti a picco sul mare turchino. Tutto in sicurezza, in cambio della gestione dell'area per 20 anni, dell'avvio di una serie di servizi commerciali e turistici, del pagamento di un ticket per le escursioni. L'amministrazione comunale di Capri acconsente ma con alcuni tagli alla proposta iniziale. Nella sede della Gheller la notizia è naturalmente ben accolta. «Anche se - spiega Erminio Costa, responsabile finanza dell'azienda di Solagna in Veneto - in seguito ai cambiamenti indicati dal Comune, progetto e proposta saranno rivisitati».

Erminio Costa, come giudica la delibera dell'amministrazione caprese?
«Non abbiamo ancora i dettagli. È possibile che dovremo rivalutare il piano economico-finanziario. Del resto, la bonifica e il controllo geologico dell'area sono a carico nostro. Gli oneri per il Comune sono davvero esigui».
Il consiglio di Capri ha tra l'altro escluso che la Gheller gestisca i pontili galleggianti di Marina Piccola e il trasporto di turisti a bordo di mini car elettriche. «E questo per la nostra azienda significherebbe meno introiti; ecco perché dobbiamo rivedere l'aspetto finanziario dell'impresa. Anche per non gravare sull'ente pubblico».

Tra le cose da voi proposte c'è l'installazione di un gazebo amovibile. A cosa servirebbe?
«Mi è appena giunta notizia che il Comune ne abbia negato il consenso. Ma anche questo è da verificare».

L'amministrazione isolana è invece d'accordo sulla concessione di attività promozionali, servizi turistici e commerciali.
«Bene. Via Krupp chiusa, insicura, con i costoni che rischiano di sbriciolarsi, negata ai residenti, ai visitatori italiani e stranieri: è uno schiaffo a Capri ma anche al resto dell'Italia».

La Gheller sa che questo progetto sta causando malumori e polemiche?
«Non ne capiamo il senso».

L'idea che la suggestiva testimonianza storica e ambientale sia privatizzata, a molti sembra un'eresia.
«È una falsa informazione: via Krupp non sarà privatizzata. La strada è dei capresi, noi abbiamo soltanto proposto di gestirla per vent'anni, cercando di sfruttarne le potenzialità per poter abbassare i costi degli interventi strutturali».

Forse è l'idea di dover pagare un ticket che disorienta i residenti, e non solo.
«Non è assolutamente previsto che gli isolani paghino. Per i visitatori è stato invece ipotizzato un biglietto di due euro. È una maniera per sostenere le spese per consolidamento, monitoraggio costante dei nostri operai specializzati, rocciatori compresi, e garantire la sicurezza del luogo».

In tanti non conoscono via Krupp.
«È stata chiusa per trent'anni. Comune e Regione hanno speso una montagna di euro utilizzando anche fondi europei, ma sta di fatto che la strada adesso è off limits anche per i residenti. Inaugurata in grande stile nel 2008 dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, dopo tre anni è stata di nuovo sbarrata».

E lo sfruttamento degli spazi pubblicitari, quindi dell'immagine?
«Non ci saranno maxi cartelli pubblicitari. Anche perché ogni iniziativa dovrà passare al vaglio del consiglio e delle sovrintendenze. Certamente non useremo il marchio per sponsorizzare prodotti alimentari o elettrodomestici».

Chissà se riuscirete a essere ben accolti dagli isolani e dai tanti amanti dell'isola in tutto il mondo.
«Bisogna decidere: tenerla chiusa e sotto continua minaccia di frane e cedimenti, o se invece si vuole ricominciare a farla splendere come merita. Il Comune non ha al momento la possibilità di utilizzare personale specializzato. Noi potremmo anche formare tecnici sul posto».

Ma un'azienda come la Gheller, tanto accreditata nel settore grandi opere edili e di risanamento e consolidamento ambientale, perché ha deciso di creare un marchio in una località così protetta da vincoli paesaggistici e storici?
«Per essere meno onerosi nei confronti del Comune di Capri. Ma non è soltanto un fatto economico. Attilio Gheller, l'imprenditore veneto che ha saputo trasformare la grande passione per la montagna e l'alpinismo in una fiorente attività economica, è un appassionato dell'isola. E per tutti noi sarebbe importante riuscire in un'impresa in cui tutti gli altri sono falliti».

I prossimi step dopo il primo via libera del consiglio comunale?
«Rivedremo l'accordo e il piano finanziario, e se tutto andrà bene bisognerà avviare la gara d'appalto internazionale per l'aggiudicazione dei lavori. Non è scontato infatti che saremo noi a eseguirli».

E se vincesse un'altra società?
«Abbiamo il diritto di prelazione. Poi si vedrà».

La Gheller sa che l'europarlamentare di Fi Fulvio Martusciello ha annunciato un'interrogazione al parlamento europeo contro questa iniziativa?
«Così c'è il rischio che via Krupp resti chiusa per altri 30 anni e che magari molti altri soldi pubblici vengano sperperati. Noi abbiamo intenzione di restituirla al mondo nel 2018».