«Noi, ai Decumani e a Chiaia
in balìa di bande di ubriachi»

«Noi, ai Decumani e a Chiaia in balìa di bande di ubriachi»
di Pietro Treccagnoli
Lunedì 24 Aprile 2017, 08:48 - Ultimo agg. 12:50
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Esistono a Napoli, come in tante altre metropoli, luoghi che, come Dottor Jekill e Mister Hyde, hanno una doppia natura. Di giorno sono per lo più pacifici quartieri per residenti, anche piccolo borghesi e addirittura fané, poi di notte si trasformano, in particolare nei weekend. Caos, folla che non si passa manco a piedi, tasso etilico ai massimi livelli, risse, accoltellamenti e tensione continua tra residenti e esercenti. Anche un filo di paura, certo, ma soprattutto la ricerca di una convivenza che non quadra ancora. Esiste persino una sorta di rotazione, una ciclicità, corsi e ricorsi della movida, con rioni che si tranquillizzano, mentre altri esplodono, poi si cambia di nuovo. Da qualche tempo, l'epicentro di questo sisma delle notti brave, che hanno sempre più minorenni come protagonisti, è il borgo di Chiaia, i cosiddetti Baretti, con un'estensione sul Lungomare. Ma altre aree dove i decibel fanno a pugni con le finestre sbarrate, almeno a registrare le costanti geremiadi dei residenti, sono via Aniello Falcone (con il corollario del concerto di clacson e motori accesi di chi resta in coda nel traffico), piazza Bellini (che però da anni s'è data una regolata) e le piazze e i vicoli attorno all'Orientale, ribattezzati Decumano del Mare.

Di domenica sera, l'andamento è più lento. La febbre è riservata al venerdì e al sabato sera, in particolare ai Baretti, teatro l'altra notte del ferimento di un diciannovenne. I controlli ci sono, ammettono i residenti e i gestori di bar e ristoranti, per una volta d'accordo. Ma non bastano. Per lo più controllano gli imbocchi del borgo, dal lato via Filangieri o piazza San Pasquale a Chiaia. «Quando chiudiamo, verso la mezza o l'una» racconta Massimo Di Porzio, proprietario dello storico Umberto «vediamo arrivare torme di ragazzini, già ubriachi, pronti alla rissa». E del resto basta poco per menare le mani o tirare fuori una lama affilata dalla tasca: una parola fuori posto, uno sguardo mal interpretato. «I locali sono anch'essi vittime di questa situazione fuori controllo» continua Di Porzio. «E possono fare ben poco perché si tratta di episodi che avvengono fuori, per strada. Comunque Chiaia sta diventando troppo rumorosa e i residenti, tendenzialmente contrari alla movida, protestano». Pure ai Baretti stanno, comunque, arrivando turisti. «Va benissimo, ma qualcuno di loro si adegua subito all'andazzo» sottolinea Di Porzio. «L'altra sera, proprio di fronte al mio locale, ben oltre mezzanotte, c'era un gruppetto di inglesi ubriachi che cantava a squarciagola».

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