«No alla periferia di Napoli», corno in centro: ecco le tre ipotesi per la struttura

«No alla periferia di Napoli», corno in centro: ecco le tre ipotesi per la struttura
di Paolo Barbuto
Lunedì 18 Settembre 2017, 09:50
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Lungomare vietato, restano tre possibili alternative per sistemare la montagna di tubi innocenti, alta sessanta metri, realizzata con le sembianze di un gigantesco corno portafortuna: stazione marittima, piazza Mercato e piazza Garibaldi.

Ma la tensione attorno alle vicende del corno di Natale è altissima, perché le tre alternative non piacciono nemmeno un po' alla Italstage che dovrà costruire la struttura e poi trarne vantaggi economici, e piacciono poco pure alla Soprintendenza che dopo aver vietato il lungomare, ha chiesto con forza che il gigante apotropaico, se proprio deve essere costruito, venga fatto crescere in periferia, lontano dal cuore di Napoli.
A voler essere onesti le alternative non sono solo tre, perché ce n'è una quarta, che poi sarebbe la prima della lista di palazzo San Giacomo e della Italstage, ovvero piazza del Plebiscito. Già due giorni fa il soprintendente Garella ha spiegato a chiare lettere che il corno al Plebiscito non s'ha da fare, però c'è ancora la speranza della conferenza di servizi che si terrà fra due giorni e che potrebbe riservare sorprese dell'ultimo momento.

Già note le posizioni ufficiali sul Plebiscito, e in attesa di sapere se verrà realmente cancellato dalla lista, sul tavolo restano le tre alternative che non piacciono a Italstage. La prima e più accreditata è la sistemazione alla stazione marittima con struttura elevata giusto ai margini della tormentata via Acton, al centro fra piazza Municipio, il Maschio Angioino e il terminal crociere. L'idea ha trovato buona accoglienza da parte del presidente dell'Autorità portuale Pietro Spirito e la posizione potrebbe essere di buon impatto sul piano turistico. Anche se il patron di Italstage, Pasquale Aumenta, ha chiarito senza mezzi termini che uno spostamento da Rotonda Diaz alla stazione marittima comporterebbe un crollo clamoroso pari al 60% degli introiti commerciali e renderebbe antieconomico l'affare.
C'è, poi, da tenere in considerazione anche l'impatto su strade e trasporti che quella posizione potrebbe avere. La strada è già stretta fra l'eterno cantiere Metro del municipio e l'area portuale: basta un nonnulla per creare la paralisi in quel pezzetto trafficatissimo di strada, cosa comporterebbe per il traffico l'installazione del corno e il conseguente afflusso di persone? Chi s'intende di traffico annuncia giorni difficili con l'eventuale presenza del corno.


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