«Dopo la sassaiola c'era sangue
dappettutto, abbiamo rischiato»

«Dopo la sassaiola c'era sangue dappettutto, abbiamo rischiato»
di Melina Chiapparino
Domenica 19 Febbraio 2017, 14:09 - Ultimo agg. 15:41
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Le parole di R.C., l'autista Anm che guidava il mezzo preso d'assalto dalla sassaiola ripercorrono una notte da incubo.
Cosa ricorda dei drammatici momenti vissuti durante il raid?
«Quando sono uscito dall'abitacolo per soccorrerlo c'era sangue ovunque, anche sul pavimento del veicolo e vicino al vetro. In quegli istanti, mentre le altre persone a bordo del bus gridavano, ho temuto per la sua salute ed ho avuto paura che potesse accadere il peggio. La pietra aveva rotto il vetro laterale del mezzo e colpito l'uomo alla tempia ed il sangue non si fermava. La prima cosa che ho fatto è stato tamponare la ferita con dei fazzoletti e tranquillizzare il passeggero che era molto spaventato, subito dopo ho chiamato l'ambulanza e le forze dell'ordine. Ero e sono sconvolto ma si trattava di un episodio annunciato».
Che vuol dire, si poteva prevedere?
«Da tempo segnaliamo che su via della Ferrovia Piedimonte d'Alife, nel quartiere Piscinola, ci sono gruppi di giovani che durante le fasce orarie notturne compiono gesti vandalici e di bullismo contro di noi. Una settimana fa, in quello stesso tratto di strada si era verificata un'altra sassaiola e durante la corsa che precedeva la mia, erano state lanciate delle bottiglie di plastica contro il mezzo Anm. Prima del lancio della pietra, alcuni ragazzi si erano posizionati davanti all'autobus e gridavano e lanciavano insulti. Credevo fosse il solito momento disturbatore e invece poco dopo c'è stato il lancio della pietra. In quei secondi ho spostato di circa 500 metri l'autobus per metterlo in sicurezza e sono corso dal passeggero che sanguinava».
Cosa ha provato?
«Ho agito d'istinto e nella testa avevo solo due cose: mettere in sicurezza i passeggeri allontanandomi da quel tratto di strada e accertarmi delle condizioni del passeggero ferito. Mi sono reso conto di quanto abbiamo rischiato tutti e della tragedia sfiorata solo più tardi, a mente lucida quando ho dovuto spiegare a mia moglie e i miei familiari perché non ero ancora tornato a casa. Oramai loro lo sanno che il nostro è diventato un mestiere rischioso. Sono stato confortato solo dal fatto che il passeggero ferito, un 48enne napoletano trasportato all'ospedale San Giovanni Bosco, ha avuto 7 giorni di prognosi per una ferita lacero contusa alla tempia e nessun altro tipo di problematica più grave».
Cosa le ha insegnato questa esperienza, esistono delle soluzioni?
«Sono sconvolto perché nonostante gli insulti verbali quotidiani e gli episodi di aggressioni che ho subito, non mi era mai capitato in 35 anni di servizio che ferissero un utente ed in modo così violento. Mi auguro che le forze dell'ordine anche con l'aiuto delle telecamere, possano identificare i responsabili e punirli in maniera esemplare perché questa violenza è diventata una moda, ma qui c'è chi rischia la vita ogni giorno e non c'è tutela per i passeggeri e i lavoratori nonostante i nostri sforzi per salvaguardare la sicurezza di tutti. Io comunque continuerò a fare il mio dovere come sempre».