Napoli, blitz del polizia al rione Sanità: interrotto summit di camorra, preso il nipote del boss

Napoli, blitz del polizia al rione Sanità: interrotto summit di camorra, preso il nipote del boss
di Nico Falco
Sabato 25 Marzo 2017, 10:20
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Una delle panchine di piazza Sanità, la basilica alle spalle e la strada davanti, primo pomeriggio di una bella giornata di sole. Un uomo anziano si avvicina, poggia le stampelle, si siede. La pelle scura e rugosa di sole e di anni, un sorriso contagioso e le parole che si mischiano tra italiano e dialetto. In zona lo conoscono tutti, don Luigi. Attacca bottone: «È un’ora e mezza, oggi il pullman l’hanno proprio levato, se ne parla domani». Indica con il mento una pattuglia della polizia di Stato che sta percorrendo via Sanità, «la stanno facendo proprio nera, stamattina hanno sequestrato una montagna di motorini. Ma non sono i ragazzi qua dietro – e con un gesto della testa accenna al presidio dell’Esercito in piazza – so’ controlli che sono iniziati da poco».

E, infatti, alla Sanità da circa due settimane le forze dell’ordine, come ha spiegato il questore De Jesu, stanno andando «a saturazione». Un piano di controlli straordinario e sinergico insieme ai carabinieri e alla guardia di finanza. Strategico, per monitorare in modo capillare il territorio e rendere la vita impossibile a chi ha trasformato i vicoli da culla di storia in fortini di camorra. Per far sentire a chi abita in quelle zone la vicinanza dello Stato, dare un segnale che le istituzioni ci sono, vogliono restarci e recuperare tutto quello che sinora non è stato possibile fare.
Si parte di buon mattino, coni posti di controllo. Il primo è proprio sotto il ponte di via Discesa Sanità. «E finalmente – commenta un farmacista della zona – e speriamo che ci restino parecchio. È come una partita a scacchi, lo Stato fa le sue mosse per contrastare l’avversario. Speriamo che questo impiego di forze non sia solo temporaneo». Altri posti di controllo sono dislocati più avanti, e fino a via Foria. Coprono l’intero rione. «Stanno anche nei vicoli, giri la stradina e ti trovi ‘e gguardie di faccia», commentano in un bar di via Arena della Sanità. 

«Da stamattina – dice un uomo, parlando con il barista – abbiamo incontrato almeno sei o sette pattuglie. Forse non ci hanno fermato perché con questi vestiti si capisce subito che siamo operai e stiamo lavorando, ma stanno facendo controlli ovunque». Proseguendo il giro, le stesse reazioni. «Si nota, si nota – risponde una ragazza, che in una pasticceria sta servendo una cliente – qui ce ne siamo accorti tutti che qualcosa è cambiato. Si sono ricordati di noi, siamo contenti di vedere così tante divise in giro, ci fanno stare più tranquilli». In un’altra caffetteria, poco distante dalla piazza principale, anche questo ragazzo, tirando la leva della macchinetta del caffè, fa cenno di sì con il capo quando gli si chiede se ha visto qualcosa di diverso. «E come fai a non accorgertene? – domanda – il rione è pieno. Ogni volta che esco per le consegne mi pare di stare sotto alla Questura!». Poi, fa spallucce: «Non lo so perché, se hanno trovato qualcosa o se qualcuno ha sparato di nuovo, però l’importante è che ci siano e che non se ne vadano».

E poi ci sono i pattugliamenti. La piazza è il crocevia dove sfilano le automobili della polizia e dei carabinieri, che si alternano tra chi percorre le strade principali, uscendo e rientrando dal rione, e chi prosegue lungo le stradine secondarie, gira verso il borgo dei Vergini, imbocca via Cristallini, si inerpica lungo via Fontanelle. 

Alle spalle, i vicoli più stretti, quelli dove le automobili ci passano a stento, dove a volte basta qualche accelerata di scooter per liberarsi delle sirene. È il regno dei giovanissimi e delle loro scorribande in motorino. Ma è anche il terreno ideale dove si muovono i reparti motociclisti, tra carabinieri e poliziotti. I primi in divisa, con i mezzi d’ordinanza. I secondi, in borghese: i poliziotti della sesta sezione della Squadra Mobile, i «Falchi», che quando girano la chiave nel quadro con quel motore iniziano a viverci in simbiosi. «Li riconosci da lontano – sorride un uomo – quel modo di muoversi, la paletta tra le gambe e il tipo di motocicletta, e i criminali qui hanno imparato anche le loro facce. Forse dovrebbero camuffarsi un po’, per evitare di essere scoperti subito».

Ed è vero: un occhio attento, come sicuramente deve essere quello di chi è abituato a distinguere i passanti in «innocui» e «nemici», mettendo in questa categoria rivali e forze dell’ordine, quando vede arrivare quelle motociclette subito capisce che si tratta di polizia. Ma un conto è riconoscerli e un altro è riuscire a scappargli. I primi frutti di questi potenziamenti già si vedono e sono sotto gli occhi di tutti. Qualcuno gira ancora senza casco e c’è sempre qualche cassetta nascosta dietro alle automobili che all’occorrenza diventa bancarella di sigarette di contrabbando, ma l’aria è cambiata.

Ieri i «Falchi» sono piombati nel cortile di uno stabile dove si erano dati appuntamento sette pregiudicati. È stato subito il fuggi fuggi, ma i poliziotti, insieme ai colleghi del reparto prevenzione crimine Campania, sono riusciti a bloccare tutti. Cinque di loro, che hanno tentato di impedire il controllo, sono stati denunciati per resistenza a pubblico ufficiale; tra questi anche D. P., 21 anni, ferito in un agguato di camorra a novembre. Per gli altri due, invece, è scattato l’arresto. Uno è Antonio Stella, 33 anni: all’arrivo dei poliziotti ha cercato di liberarsi di un revolver con matricola abrasa, un «cannone» calibro 357 Magnum; per lui le accuse sono di resistenza a pubblico ufficiale, ricettazione e porto abusivo di arma da fuoco. L’altro è Fabio Vastarella, 32 anni, agli arresti domiciliari perché ritenuto responsabile nel 2016 di ricettazione di un’auto rapinata. È il nipote di Patrizio Vastarella, quello che per gli inquirenti è il capo dell’omonimo clan con base proprio nel Rione Sanità, e allo stesso gruppo criminale risultano legati tutti i pregiudicati identificati. È verosimile, ritengono le forze dell’ordine, che quello interrotto dai Falchi fosse un summit di camorra, un incontro in cui organizzare il prossimo passo del clan.
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