Napoli, ospedale San Giovanni Bosco: sprint per riaprire il pronto soccorso

Resta il nodo della carenza di personale, si punta sul concorsone unico regionale

Napoli, San Giovanni Bosco: sprint per riaprire il pronto soccorso
Napoli, San Giovanni Bosco: sprint per riaprire il pronto soccorso
di Ettore Mautone
Lunedì 26 Febbraio 2024, 22:59 - Ultimo agg. 27 Febbraio, 16:02
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San Giovanni Bosco, riapertura del pronto soccorso: la Asl Napoli 1 ci riprova. Dopo vari tentativi andati a vuoto a più riprese nell’ultimo anno (è chiuso da fine 2020) la novità è che Lucia Morelli, primario della prima linea dell’ospedale San Paolo, da venerdì prossimo, primo marzo, lascia la guida del Pronto soccorso e della Medicina d’Urgenza del presidio di Fuorigrotta per assumere la direzione della medesima unità complessa (Medicina d’Emergenza e Urgenza e Pronto soccorso) dell’ospedale della Doganella. Al suo posto andrà una risorsa interna, Gennaro Napoletano.

Al San Giovanni Bosco dopo la parentesi svolta dall’ospedale come Covid Hospital durante la pandemia, il pronto soccorso non ha più riaperto i battenti a causa di carenze di personale. Attualmente l’ospedale funziona di fatto come struttura per il trasferimento secondario di pazienti provenienti da altri presidi della Asl nella fase post acuta, soprattutto per le funzioni dei reparti di lungodegenza, medicina, ginecologia (l’unico reparto a conservare l’accesso diretto) e della chirurgia. 

Il principale compito del nuovo primario, la dottoressa Morelli - specialista di lunga esperienza, proveniente dal pool degli allievi di Ferdinando Schiraldi, caposcuola della disciplina a Napoli e in Italia - in questa fase in cui non ci sono pazienti sarà dunque affiancare il direttore sanitario del San Giovanni Bosco, Luigi Vittorioso (nel suo ruolo di direttore del dipartimento ospedaliero dell’intera Asl) per centrare l’obiettivo fissato per delibera dal manager Verdolina di riattivare il Pronto soccorso del presidio della Doganella (ricordiamo che si tratta di un Dea di I Livello, Dipartimento di emergenza e urgenza di media complessità) al servizio della rete 118 della città. La richiesta è garantire l'accesso diretto in ospedale entro il prossimo mese di aprile.

Un compito arduo per il quale la Morelli dunque dovrà lavorare al fianco di Vittorioso per impostare la riorganizzazione. Il nodo da sciogliere è sempre la carenza di personale. Su questo fronte si confida sul reclutamento straordinario di personale specialista della disciplina avviato con il concorsone unico regionale voluto dal governatore, espletato dalla Asl di Salerno individuata come capofila. In totale, in tutti i presìdi della Campania, mancano circa 360 specialisti di Medicina di urgenza e pronto soccorso, di cui 60 nelle strutture ospedaliere della Asl cittadina.

Quest'ultima potrà eventualmente attingere alla graduatoria unica per le esigenze presenti e future. Il concorso è aperto agli specialisti della disciplina e anche agli specializzandi del secondo anno oltre che ai dipendenti di Asl e ospedali a tempo indeterminato dal febbraio del 1998 con la qualifica di dirigente medico nella disciplina. Possono infine partecipare alla selezione medici che abbiano maturato esperienza di almeno tre anni anche non continuativi e con contratti flessibili di vario tipo, nei servizi di emergenza e urgenza. 

Proprio la Morelli, a partire dal 16 marzo, assumerà anche il ruolo di bed manager aziendale, occupandosi dunque della organizzazione dei flussi dei pazienti in entrata e in uscita nei vari pronto soccorso della città al fine soprattutto di evitare le attese eccessive in Osservazione, di riassorbire le barelle, migliorare il turn-over dei reparti specialistici dove i pazienti transitano dopo la stabilizzazione. Un compito arduo e delicato in attesa dell’esito del concorsone regionale per medici di emergenza e urgenza. 

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La Asl dal canto suo, al fine di rendere maggiormente attrattivo il lavoro in pronto soccorso, ha dato mandato di esplorare la possibilità di affidare ore aggiuntive al personale dipendente, per assicurare la copertura dei turni in autoconvenzionamento. Attualmente il compenso ammonta a 60 euro lorde all’ora che il nuovo contratto adegua a 80 euro ma che la Asl intende portare, come stabilito dalle norme regionali e nazionali, a 100 euro. «Con i sindacati è stato chiuso un accordo in tale direzione - avverte Lino Pietropaolo, segretario regionale della Cisl medici - che potrebbe essere uno dei presupposti per rendere più attrattivo il lavoro in pronto soccorso. Ci auguriamo che si riesca ad aprire il Pronto soccorso del San Giovanni Bosco in quanto in questo caso il vastissimo bacino di utenza, i cittadini dei Comuni della cinta a nord di Napoli, torneranno ad avere un punto di riferimento indispensabile alleggerendo al contempo il carico di lavoro negli altri pronto soccorso della città». Va ricordato infine che al San Giovanni Bosco servirebbero altre decine di specialisti in numerose altre aree disciplinari, dalla anestesiologia alla cardiologia, dalla chirurgia, alla internista, neurologia e neurochirurgia, dalla ortopedia alla ginecologia per una trentina di caselle in totale da occupare per completare i turni scoperti nei reparti.