Missione Africa, via alla sfida Nato: viaggio nell'hub di Lago Patria

Missione Africa, via alla sfida Nato: viaggio nell'hub di Lago Patria
di Valentino Di Giacomo
Lunedì 23 Luglio 2018, 07:00 - Ultimo agg. 14:23
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Una giornata nell'Hub Nato di Lago Patria. Lo scorso 12 luglio i capi di Stato e di governo dell'Alleanza Atlantica hanno ufficializzato il raggiungimento della piena capacità di operare della struttura partenopea. Il Centro servirà ad analizzare, avvalendosi unicamente di fonti aperte, i fattori d'instabilità e le minacce provenienti dalla regione meridionale dell'Alleanza: dal Medio Oriente, dal Nord Africa, dal Sahel e dall'Africa sub-sahariana. L'obiettivo è migliorare la comprensione delle dinamiche regionali per fornire un contributo al processo decisionale dell'Alleanza.

Nell'ufficio al penultimo piano dell'enorme struttura di Lago Patria troviamo il generale di Corpo d'Armata Luciano Portolano, capo di Stato Maggiore del Joint Force Command Naples, di cui l'Hub è parte integrante, nonché Capo di Elemento del Comando dell'Unione Europea. Al suo fianco, il generale di Brigata Roberto Angius, direttore dell'Hub. Enfatizzano l'importanza del traguardo raggiunto, non nascondono però che ci vorrà ancora del tempo per metterne a punto l'organizzazione, le relazioni con altri attori internazionali e l'amalgama del personale.

«È ancora una macchina in rodaggio spiega il generale Angius ma siamo già entrati in partita e lo saremo sempre di più col tempo, consapevoli dell'importanza del nostro contributo per tutti i Paesi dell'Alleanza, in primis l'Italia». Questo primo anno di attività è servito per coinvolgere le altre organizzazioni con cui l'Hub dovrà interfacciarsi. «Il nostro motto è build trust and confidence, cioè si tratta innanzitutto di stabilire un rapporto di fiducia con tutti gli interlocutori, istituzionali e non riferisce Angius per poi confrontarsi nell'analisi delle dinamiche che caratterizzano la regione meridionale. Più scambi di informazioni ci saranno e meglio potremo operare».
 
Domani si svolgerà nella base di Castel Volturno il primo seminario sul tema delle sfide e delle opportunità derivanti dall'incremento demografico in atto in Africa. All'incontro parteciperanno esperti provenienti dall'Istituto per la Migrazione, dalla Comunità Economica degli Stati dell'Africa Occidentale e da altre organizzazioni africane. Un'occasione di confronto e di analisi. «Il fenomeno della migrazione spiega il generale Portolano attualmente è percepito dall'opinione pubblica come incentrato in Libia; in realtà è strettamente correlato a ciò che accade nei Paesi sub-sahariani e alle instabilità nella regione in conseguenza di molteplici fattori: le crisi statuali, l'operato delle organizzazioni criminali e terroristiche, la povertà, i cambiamenti climatici e la crisi dell'agricoltura. In Africa tra 30 anni continua Portolano citando i dati del UN world Population Prospects: the 2017 Revision la popolazione raddoppierà con inevitabili conseguenze sulla stabilità dell'Europa. Dunque, l'Hub serve proprio a comprendere meglio queste sfide, a creare nell'Alleanza atlantica una base comune di conoscenza e di consapevolezza dei rischi che ne derivano e a facilitare i decisori nell'individuazione del possibile contributo Nato all'azione dei governi alleati».

Oltre all'Unione Europea e alle varie Agenzie dell'Onu, gli specialisti dell'Hub si confronteranno con le università, i centri di ricerca e con le organizzazioni non governative, queste ultime spesso insediate nelle aree più problematiche del mondo. «L'obiettivo è di mettere a sistema tutti i punti di vista sulle dinamiche oggetto di analisi», spiegano gli ufficiali. L'Hub sarà quindi un catalizzatore delle letture e delle percezioni che provengono dalle varie aree di crisi da parte dei molteplici Attori che operano concretamente in loco.
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