Caso Materazzo, il fratello preso in Spagna: è accusato di omicidio. Lavorava in un bar di Siviglia. «Sì, sono io». E s'è fatto arrestare

Caso Materazzo, il fratello preso in Spagna: è accusato di omicidio. Lavorava in un bar di Siviglia. «Sì, sono io». E s'è fatto arrestare
di Giuseppe Crimaldi
Mercoledì 3 Gennaio 2018, 09:58 - Ultimo agg. 22:56
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Svolta sul caso di Vittorio Materazzo, l'ingegnere 51enne ucciso a coltellate sotto la propria abitazione in viale Maria Cristina di Savoia a Napoli il 28 novembre del 2016. Il fratello Luca, accusato di omicidio, è stato catturato a Siviglia. L'uomo era latitante da un anno, in fuga dal dicembre 2016. 
 


E' stato la polizia spagnola a catturare Luca, nato a Napoli nel 1981 e destinatario di un ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa il 21 dicembre 2016 dal G.I.P. del Tribunale di Napoli su richiesta della locale Procura della Repubblica, ritenuto responsabile di omicidio premeditato.

Le indagini svolte all’epoca dei fatti dalla Sezione Omicidi della Squadra Mobile, coordinata dalla Procura della Repubblica di Napoli, avevano permesso di acquisire gravi indizi di colpevolezza a carico del catturato per l’omicidio del fratello. Il latitante è stato rintracciato nella citata città iberica durante un controllo di una pattuglia dell’Udyco Grupo III all’interno di un bar centrale dove il Materazzo lavorava come cameriere.

Quando la polizia gli ha chiesto i documenti, lui ha consegnato quelli originali e ha ammesso: «Sì, sono Luca Materazzo» e si è lasciato arrestare. Successivamente sono scattati i riscontri in caserma e sono state verificate le sue impronte digitali. L'uomo avrebbe utilizzato il pc di un amico per cercare alla voce "Siviglia" un rifugio. I tempi per la consegna in Italia dovrebbero essere brevi. 


La foto al momento dell'arresto



L’indagato, già colpito il 16 dicembre 2016 da un fermo d’indiziato di delitto emesso dalla Procura della Repubblica, era riuscito a sottrarsi al provvedimento restrittivo facendo perdere le sue tracce; era stato localizzato l’ultima volta il 10 dicembre 2016 a Napoli, da dove, si era spostato in bus verso Genova, molto probabilmente per abbandonare il territorio nazionale. Il provvedimento restrittivo venne immediatamente esteso in campo internazionale, nei circuiti Interpol e Shenghen; tali canali di cooperazione internazionale di polizia vennero subito attivati, avviando un costante flusso informativo, in particolare con i collaterali organismi investigativi dei paesi ove le investigazioni e gli accertamenti anche tecnici segnalavano la possibile presenza del Materazzo. Nello specifico, furono richieste mirate ricerche in Spagna, Francia e Inghilterra.

Le attività investigative finalizzate alla sua cattura, coordinate dalla Procura della Repubblica di Napoli, sono state svolte incessantemente da questa Squadra Mobile, nonché dal R.O.S. e dal Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Napoli e dal G.I.C.O. della Guardia di Finanza partenopea. Durante la serrata attività investigativa tesa alla cattura del latitante tutto il mondo relazionale del Materazzo era stato costantemente monitorato e scandagliato, costringendolo probabilmente ad isolarsi, a recidere ogni tipo di rapporto con parenti e conoscenti, per non consentire agli investigatori di localizzarlo.

«Dissidi personali» furono a prima ipotesi degli investigatori impegnati già dalle prime ore dopo l'omicidio nel ricostruire la rete di relazioni familiari già provate dalla morte, pochi anni prima, di Lucio Materazzo, padre di Vittorio e Luca, avvenuta sempre nella stessa palazzina e, secondo Vittorio, in circostanze sospette. Il 2 dicembre 2016 la Procura di Napoli ha ristretto il cerchio iscrivendo nel registro degli indagati il fratello Luca, ufficialmente per «atto dovuto in vista degli esami scientifici e medico-legali». Otto giorni dopo però Luca scompare: è il 10 dicembre quando viene localizzato per l'ultima volta a Napoli, da dove parte con un bus per Genova e lascia il territorio nazionale. Nei suoi confronti viene spiccata un'ordinanza di custodia cautelare in carcere per omicidio aggravato dalla premeditazione e dal vincolo di consanguinità.

Il suo avvocato, Gaetano Inserra, qualche giorno dopo la decisione di Luca di rendersi irreperibile, ricorderà che «interrogato sull'omicidio del fratello Vittorio si è più volte proclamato innocente», ipotizzando che Luca potesse essere «spaventato dalle lungaggini giudiziarie o da una sentenza per omicidio che ormai già sembrava quasi certa». Gli investigatori della Squadra Mobile di Napoli, del Ros e del Nucleo investigativo dei Carabinieri di Napoli e del Gico della Guardia di Finanza partenopea non si sono arresti e dopo oltre un anno sono riusciti a rintracciarlo a Siviglia, in Spagna, dove ieri è stato catturato. Si attende ora il completamento delle procedure per la consegna alle autorità italiane, poi forse si potrà finalmente fare chiarezza sul perché, il 28 novembre 2016, l'ingegner Vittorio Materazzo fu ucciso con oltre 30 coltellate nell'atrio del palazzo di famiglia.

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