Napoli, agguato durante la partita: ucciso uomo degli scissionisti

Napoli, agguato durante la partita: ucciso uomo degli scissionisti
di Giuseppe Crimaldi
Mercoledì 12 Dicembre 2018, 07:00 - Ultimo agg. 10:35
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I killer sono entrati in azione mentre iniziava la supersfida di Champions Liverpool-Napoli. Alle nove della sera il crepitio delle mitragliette sanciva la fine di una delle tante tregue fragili di una camorra che oramai in molte zone della città sta cambiando pelle. Ennesimo raid, e tra San Pietro a Patierno e Scampia torna a scorrere il sangue. I bersagli dell'agguato sono due pregiudicati, personaggi già noti alle forze dell'ordine: Giuseppe Santangelo, 29enne, crivellato di colpi alla testa e al torace; e il trentenne Fabio De Luca, ferito gravemente al petto e al volto. Il primo arriverà già cadavere al San Giovanni Bosco, mentre il secondo, con l'ultimo filo di forze e nonostante un proiettile trattenuto nella mandibola ed un altro che gli ha perforato il pomone destro, verrà operato prima di essere trasferito - in Rianimazione - all'ospedale del Mare.
 
Ci sono pochissime certezze sulla dinamica del raid. Unico dato certo, è che si tratta di un raid di chiara matrice camorristica. Non è ancora chiaro nemmeno il luogo in cui si è scatenata la furia dei sicari. Probabilmente - ma sul punto non ci sono ancora conferme ufficiali - Santangelo e De Luca stavano percorrendo via Filippo Maria Briganti quando sono finiti al centro della pioggia di fuoco. Basta guardare la Suzuki «Splash», di proprietà del padre del 30enne - ridotta ad un vero colabrodo, con tutti i vetri di lunotti e finestrini polverizzati e numerosi fori nella carrozzeria - per capire quale sia stata la portata di fuoco e piombo scaricata sui due bersagli.

Ma ad avvolgere in un fitto e torbido mistero questo agguato di camorra c'è anche un altro punto che lascia sorpresi gli stessi investigatori (sull'episodio indaga la Squadra mobile diretta da Luigi Rinella): il morto risulta infatti essere affiliato al clan Amato-Pagano, attivo nell'area nord; mentre il ferito è ritenuto vicino alla cosca dei Mazzarella. Se poi si considera che il teatro del raid ricade nel «territorio» controllato dai Contini, il rebus è servito. Che cosa ci facevano i due in quell'auto? Perché erano assieme? Santangelo aveva precedenti per reati comuni e per droga. Nella fedina penale di De Luca ci sono invece precedenti per contraffazione, estorsione, associazione per delinquere e rapina.

Il sospetto che l'agguato sia avvenuto in zona al confine tra l'Arenaccia e Capodichino viene confermato da un primo rilievo fatto: gli investigatori hanno trovato infatti pochi minuti prima degli spari traccia del passaggio della Suzuki, ripresa da un impianto di videosorveglianza stradale, proprio lungo via Filippo Maria Briganti. Eppure nessun residente della zona, né altri, hanno dato l'allarme alle forze dell'ordine segnalando colpi d'arma da fuoco. Insomma, un vero e proprio giallo.

Fatto sta che questo nuovo gravissimo fatto di sangue riaccende le tensioni criminali in città. Mai come in questo momento a Napoli il quadro degli equilibri criminali appare confuso e fragile. E mentre nel centro storico si segnalano frizioni e fermenti che non lasciano presagire nulla di buono, adesso il sipario torna ad alzarsi anche su quell'area nord che da tempo non faceva segnalare allarmi di particolare gravità. Se tutto questo è vero, allora l'inverno napoletano si preannuncia rovente.
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