Metrò Napoli, le opere d’arte in gestione ai privati: nasce «Museo Aperto»

Metrò Napoli, le opere d’arte in gestione ai privati: nasce «Museo Aperto»
di Paolo Barbuto
Giovedì 15 Novembre 2018, 22:56 - Ultimo agg. 16 Novembre, 09:43
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La metropolitana dell’Arte, vanto dell’Anm e del Comune di Napoli, sta per cambiare volto. Per carità, i luoghi non cambieranno e le stazioni più belle dl mondo resteranno immutate, solo che la gestione delle opere potrebbe passare di mano, confluire in una nuova entità che si chiamerà «Mam», museo aperto della Metropolitana. Il progetto affonda le radici nel passato ed è particolarmente caro a Ennio Cascetta, presidente di MN Spa, la società che si occupa della costruzione di gallerie e stazioni per conto del Comune.

La nuova struttura museale verrà presentata ufficialmente all’inizio della prossima settimana. Per adesso sarà raccontata come idea progettuale anche se i bene informati spiegano che il percorso è già tracciato e il traguardo è effettivamente dietro l’angolo. Attorno all’idea di Metropolitana di Napoli Spa si sono aggregate sette aziende pronte a condividere l’avventura. Si tratta di Ferrarelle, Msc, Aeroporto di Napoli, Ansaldo Sts, Coop Culture, Laminazione Sottile e Metropolitana Milanese. 
 
Ognuno dei membri della costituenda fondazione condividerà con gli altri l’onere della gestione e della manutenzione del patrimonio esistente e garantirà il sostegno per l’ampliamento delle opere in mostra tramite acquisizione di nuovi pezzi pregiati d’arte.

Secondo i bene informati, l’accordo tra Comune di Napoli-Anm e Fondazione per la nascita del Museo Aperto Metropolitano prevederebbe una concessione di 99 anni durante i quali passerebbe al gruppo di privati l’intero pacchetto attuale di opere d’arte in mostra nelle stazioni, e anche quelle che saranno esposte in futuro. Si tratta, ad esempio, della stazione che sta per essere inaugurata a piazza Nicola Amore, con la discesa ai vagoni che avviene passando attraverso gli importanti ritrovamenti archeologici venuti fuori durante gli scavi per la realizzazione; nell’accordo di concessione dovrebbe essere compreso anche il percorso archeologico che si sta realizzando tra piazza Municipio e il Porto. In quel corridoio che si infila sotto la piazza verso il mare si prevede, ad esempio, di riportare le tre navi romane riscoperte al centro della piazza nel 2004 quando gli scavi per la Metro erano ancora alle fasi iniziali.

La Fondazione che sarà chiamata a gestire il Museo Aperto Mam si occuperà di tutto il fronte dell’arte, sgravando il bilancio di Anm dal peso della manutenzione e della gestione. All’interno dell’azienda, però, qualcuno storce il naso e chiede se sia corretto che una società in lotta per il salvataggio ceda all’esterno, seppure sotto forma di concessione, gli unici beni di valore inestimabile e certo. Chi conosce le carte spiega che la concessione non cancella la proprietà delle opere e che, quindi, non si tratta della cessione di beni ma solo dell’adesione a un’iniziativa che consentirà all’azienda di eliminare una voce di costo dal bilancio e dovrebbe garantire anche un ulteriore sviluppo del progetto delle stazioni dell’arte.

All’interno di Anm ci sono, però, sacche di contestazione rispetto alla possibile operazione che ridimensionerebbe il ruolo centrale dell’Azienda rispetto al progetto di stazioni dell’arte che è il più grande d’Europa, al quale hanno aderito oltre cento artisti contemporanei e che vede l’esposizione di più di duecento opere diffuse nelle fermate metro napoletane.

Non è ancora chiaro se alla Fondazione che gestirà il museo verranno assegnate in concessione solo le opere o anche le aree antistanti. Il dettaglio potrebbe essere di interesse non secondario perché in quei luoghi potrebbero essere organizzati eventi a pagamento (così come già previsto dai vertici Anm qualche anno fa) per fare cassa e avere un ulteriore budget a disposizione. Ma nel caso della concessione, quei soldi a chi andrebbero?

I particolari verranno fuori solo lunedì prossimo quando il Mam diventerà una realtà. Sarà lo stesso Presidente di Mn, Ennio Cascetta, a raccontare il suo progetto che risale a tanti anni fa e che, finalmente, adesso potrebbe vedere la luce. Le uniche certezze sono due: le stazioni dell’Arte non subiranno modifiche, anzi potrebbero essere arricchite; la fruizione delle opere continuerà ad essere gratuita senza ipotesi di pagamento di ulteriori biglietti per poter fruire dell’esposizione museale diffusa e ipogea vanto della città.
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