Napoli, e lacrime della trans Nunzia:
umiliata in ospedale, ecco cos'è successo

Napoli, e lacrime della trans Nunzia: umiliata in ospedale, ecco cos'è successo
di Melina Chiapparino
Domenica 31 Luglio 2016, 14:37 - Ultimo agg. 19:34
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«Preferisco morire a casa piuttosto che essere umiliata in ospedale». Nunzia pronuncia queste parole con gli occhi gonfi di lacrime ed il suo dolore diventa un vero e proprio grido di denuncia che non vuole e non può trattenere. «Sono finita al pronto soccorso dell'ospedale San Giovanni Bosco per un'ischemia cardiaca - racconta la trans 54enne, al secolo signora Nunzia Napoletana Lo Preiato - il personale sanitario mi ha derisa, trattandomi come se non avessi una dignità e lo stesso trattamento me l'hanno riservato i degenti, per questo ho deciso di rifiutare il ricovero». L'episodio, segnalato anche dall'Associazione Trans Napoli, risale a venerdì mattina. Secondo quanto raccontato da Nunzia due infermieri, un uomo ed una donna, avrebbero detto testuali parole al medico: «Questo dove lo mettiamo?», infierendo in dialetto con frasi e ammiccamenti sulla sua condizione sessuale.
«Io sono una donna ed anche sui miei documenti risulto tale - continua Nunzia in lacrime - sono giu
nta in ospedale con mio marito che ho sposato 15 anni fa ma anche se non fosse stato così il personale sanitario deve pensare unicamente alla salute degli ammalati e non avere atteggiamenti transfobici». Il racconto di Nunzia prosegue quando arrivata nel reparto di terapia intensiva, poiché necessitava di ossigeno, subisce il secondo attacco verbale. «Nella camera c'erano un uomo ed una donna ftm, ovvero quelle che sono in fase di transizione per diventare uomo, che mi hanno derisa e umiliata allora ho avuto il terrore di rimanere lì e di subire ancora violenza piscologica» riferisce la trans che ha firmato il documento, insieme al marito ed un testimone, rifiutando le cure.
L'episodio e la preoccupazione per le condizioni di salute della trans che necessitano assolutamente di un ricovero hanno spinto Ileana Capurro, presidente dell'Associazione Trans Napoli, a denunciare quanto raccontato da Nunzia: «Non si tratta di un unico episodio ed è routine quotidiana che le trans ricorrono agli ospedali solo quando sono gravi o sul punto di morire per il terrore di subire discriminazioni - tuona Loredana Rossi vicepresidente dell'Associazione Trans Napoli - in questa città non esistono servizi per noi e persino ci negano il diritto alla salute perciò vogliamo che siano individuati i responsabili».

All'indomani di quanto accaduto la proposta dell'Arcigay Napoli è di «rendere obbligatori corsi di formazione agli operatori del settore sanitario» spiega Daniela Lourdes Falanga delegata alle politiche Lgbt. A dire il vero scuse ufficiali a Nunzia a nome della città sono già arrivate ieri, in maniera ufficiale, da Daniela Villani, assessore comunale alle pari opportunità che si è detta «costernata per l'accaduto invitando Nunzia a contattarla per combattere l'ignoranza e costruire una città contro ogni discriminazione, in cui le persone, maschi, donne etero e lgbt siano educate al rispetto reciproco per la vittoria della comunità e della sensibilità». Sulla vicenda il consigliere regionale Francesco Emilio Borrelli membro della commissione Sanità, ha richiesto di avviare un'inchiesta interna al nosocomio chiedendo «la sospensione dal servizio degli eventuali responsabili, in caso fosse confermato quanto denunciato da Nunzia».
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