Napoli, tra furbetti e inidonei in strada solo 500 vigili: è scontro sui permessi

Napoli, tra furbetti e inidonei in strada solo 500 vigili: è scontro sui permessi
di Luigi Roano
Lunedì 12 Novembre 2018, 07:01 - Ultimo agg. 13:22
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Non poteva non fare rumore la stretta sui «permessi studio» del Comune dei vigili urbani, indirizzata soprattutto a quelli iscritti alle università telematiche. Palazzo San Giacomo ha notato che i permessi cadono in momenti dell'anno particolare come le feste comandate. E che c'è stato un incremento di iscrizioni tale da destare qualche sospetto. Così ha varato una disposizione con la quel chiede la certificazione delle università che attesti la partecipazione ai corsi. La polemica tra ente e sindacati di categoria è forte.
 
La fotografia del corpo della Polizia municipale è impietosa: sono pochi, in età avanzata, male equipaggiati, in queste condizioni fare i furbetti o approfittare di un diritto distorcendone il fine non è più sopportabile dallo stesso Corpo, che rischia di implodere. I numeri dei caschi bianchi raccontano molto di come sia messa la terza città d'Italia. Il personale in servizio è composto da 1737 unità. Ma chi va in strada? Dal Comando di via de Giaxa fanno sapere che mediamente sono 500 i caschi bianchi spalmati su 4 turni. Si diceva dei 1737 dai quali vanno detratti 118 che sono impiegati al «Servizio sanzioni amministrative» per la trattazione delle procedure delle contravvenzioni, così si scende a quota 1619. A preoccupare è l'età media del Corpo di polizia municipale. Il 62%, ovvero 819, va dai 60 anni a salire. In 275 si collocano nella fascia d'età che va da 50 ai 60 anni. «I carichi di lavoro intensi - racconta il comandante Ciro Esposito - non si possono ulteriormente aumentare eppure la normativa in evoluzione individua sempre di più la polizia locale come importante protagonista della sicurezza urbana e come supporto essenziale alla Protezione civile come testimoniato nei giorni di emergenza maltempo». Ancora numeri e questa volta siamo ai permessi: 147 vigili hanno i permessi studio, di cui circa 100 con università telematiche. In 220 usufruiscono della legge 104, vale a dire che assistono un parente disabile, 251 agenti sono fruitori della legge 53, si tratte di madri lavoratrici. A fronte di tutto ciò i rinforzi, circa 246 unità, arriveranno tra la fine dell'anno e il 2021.

Sulla vicenda dei permessi studio Esposito chiarisce: «Siamo molto attenti a questi fenomeni e li monitoriamo con controlli interni assidui. E per questo motivo abbiamo fatto una disposizione adeguata. Tuttavia malgrado questo fenomeno - e il Comando è perché tutti godano dei loro diritti senza approfittarne - non dobbiamo dimenticare il grande lavoro dei vigili urbani che ci è riconosciuto anche a livello nazionale malgrado come tutti sanno i numeri del Corpo sono moto bassi». Esposito fa riferimento alle nuove prerogative dei vigili urbani: «Ci sono sempre nuovi compiti per il poliziotto municipale, basti pensare al lavoro che facciamo con la Questura e la Procura e che ci è riconosciuto. Ci sono missioni esclusive come l'infortunistica stradale, quella dei compiti di Protezione civile che dà anche prestigio al Corpo. La tutela dei minori e delle donne. Ora abbiamo bisogno di rinforzi, di equipaggiamento, penso alle radio che ancora non abbiamo». Il comandante dunque usa il bastone e la carota, censura giustamente i furbetti con atti concreti come la disposizione sui permessi studio, però rivendica anche il lavoro svolto dai vigili urbani.

Naturalmente è bagarre sul fronte dei sindacati dei vigili urbani, chi più chi meno si scagliano tutti contro il Comune e la disposizione inviata a tutte le unità operative dei vigili urbani, ma nessuno nega che certi atteggiamenti vanno censurati. Roberta Stella del Csa, il sindacato di categoria più rappresentativo, racconta: «Siamo contrari ad abusi e distorsione del diritto però ci chiediamo come mai il Comune si sia svegliato dal torpore all'improvviso di fatto stroncando la fruizione del permesso per il diritto allo studio. Parliamo di piattaforme telematiche, è impossibile avere una certificazione. Ricordo a tutti che i lavoratori-studenti per fruire dell'università pagano con i propri soldi. Altre amministrazioni sostengono invece chi vuole studiare e migliorare». L'esponente del Csa poi conclude così: «Il Comune si sta irrigidendo sempre di più contro i lavoratori, in questo caso ha creato anche una disparità tra chi studia nelle università tradizionali e chi in quelle telematiche».
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