Napoli. Inchiesta Romeo veleni
nei verbali su Renzi e Lotti

Napoli. Inchiesta Romeo veleni nei verbali su Renzi e Lotti
di Leandro Del Gaudio
Martedì 6 Dicembre 2016, 08:23
4 Minuti di Lettura
Spuntano anche i nomi di Matteo Renzi, del suo braccio destro Luca Lotti, nel corso delle indagini che puntano sul gruppo Romeo. A fare i nomi del premier e del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio è un imprenditore napoletano: un manager che viene ascoltato nel corso delle indagini sull'appalto alle pulizie del Cardarelli di Napoli, una gara da 24 milioni di euro che viene aggiudicata dal gruppo Romeo, grazie a una sentenza del Consiglio di Stato di un anno e mezzo fa.



Una vicenda sulla quale la Procura aveva acceso i propri riflettori, anche grazie a un particolare sistema di intercettazione: l'ormai famigerato sistema Trojan, una sorta di software che viene spedito via mail e che consente di intercettare le conversazioni (o di captare immagini) di due o più persone nello stesso ambiente, anche in mancanza di telefonate. Da maggio a gennaio scorso, la Procura ha così intercettato Alfredo Romeo e il suo consulente (ed ex parlamentare di lungo corso) Italo Bocchino (entrambi non indagati, ndr), ma anche il dirigente comunale Giovanni Annunziata, che invece al momento è indagato per corruzione in relazione a una assunzione di un suo conoscente nelle fila del gruppo Romeo. Ma torniamo al riferimento a Renzi e Lotti, a partire da una premessa quantomai doverosa: premier e sottosegretario non sono indagati, né ci sono riscontri in grado di attestare contatti tra i due politici con qualcuno dei soggetti finiti sotto inchiesta a Napoli.


Decisive in questo caso sono le intercettazioni. Si parte da alcune conversazioni di Guido Esposito, imprenditore della Florida 2000, che nel 2015 viene sconfitta nella gara per la gestione del servizio pulizie al Cardarelli, in particolare grazie a un intervento del Consiglio di Stato. Stando a una sintesi della polizia giudiziaria (depositata in questi giorni al Riesame), in alcune intercettazioni Guido Esposito parlava con diversi interlocutori «di un intervento del presidente del Consiglio e, tra l'altro, di un generale, per favorire la Romeo in seno al Consiglio di Stato ed in relazione alla sentenza del 2 luglio del 2015». A spingere Guido Esposito ad ipotizzare pressioni o condizionamenti sui giudici amministrativi sono per lo più sensazioni del suo legale, ma anche racconti de relato da parte di soggetti di cui Esposito stesso non ricorda il nome. In un primo momento, il manager della Florida 2000 si era detto ottimista sull'aggiudicazione della gara, anche se poi nel corso del procedimento aveva registrato perplessità e suggestioni negative dei suoi legali, «a proposito del cambiamento da parte del collegio giudicante». Poi c'è il riferimento a un pranzo di lavoro in un ristorante romano, che alimenta una serie di conversazioni puntualmente intercettate dalla Procura di Napoli. Più in particolare, Guido Esposito parla con alcune persone di un pranzo in un ristorante romano, la Taverna di Sant'Ignazio, una quindicina di giorni prima delle elezioni regionali, nel maggio del 2015, quando «erano stati visti a tavola insieme il Romeo, il Bocchino e il Lotti».


Una circostanza che avrebbe spinto uno degli interlocutori ad usare parole provocatorie nei confronti di Esposito, in riferimento al giudizio dinanzi al Consiglio di Stato: «Ma che speranze hai?», avrebbe esclamato uno degli interlocutori dell'imprenditore. Sentito dai pm, però, è lo stesso Esposito a minimizzare, parlando di uno «sfogo» dettato dalla delusione per aver perso l'appalto, senza offrire riferimenti concreti al presunto pressing sul Consiglio di Stato. Ma c'è dell'altro. A questo punto, è la polizia giudiziaria che ricorda una conversazione del 12 febbraio del 2015 tra Alfredo Romeo e Alfredo Mazzei (anche quest'ultimo non indagato), «nella quale quest'ultimo indica di aver parlato con Matteo e Luca, lasciando appunti non meglio precisati».


Chi sono Matteo e Luca? Inchiesta coordinata dai pm Celeste Carrano, Giuseppina Loreto e Henry John Woodcock, per mesi sono stati intercettati alcuni protagonisti della vita imprenditoriale e amministrativa di Napoli e Roma.
Da queste intercettazioni, hanno assunto spessore investigativo alcuni filoni di indagine su cui si attendono conclusioni e verifiche. Oltre all'appalto del Cardarelli, sono finiti sotto i riflettori alcuni dirigenti comunali, ma anche un funzionario della sovrintendenza romana, in relazione a un parere espresso sull'albergo di Romeo in via Ripetta a Roma.
© RIPRODUZIONE RISERVATA