Gabrielli inaugura il Data center della polizia: «Non basta la repressione, serve collaborazione di tutti»

Gabrielli inaugura il Data center della polizia: «Non basta la repressione, serve collaborazione di tutti»
di Giuliana Covella
Venerdì 20 Aprile 2018, 15:01 - Ultimo agg. 20:59
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«Oggi inauguriamo una struttura che nel 2002 si ebbe la felice idea di far diventare l’unico centro di digitalizzazione informatica della nostra amministrazione. Non a caso si è voluto fare a Napoli, territorio non solo di negatività ma anche di grandi potenzialità e prospettive». Franco Gabrielli, capo della polizia, è intervenuto in ritardo poiché bloccato per un guasto al convoglio sul quale viaggiava («perché i treni non arrivano più in orario come una volta», ha scherzato) alla cerimonia di intitolazione del Data center al Bosco di Capodimonte a Salvatore Ottolenghi, fondatore della polizia scientifica e della sala riunioni a Vincenzo Paracuollo, dirigente generale tecnico della polizia di Stato. «Abbiamo scelto due personaggi che rappresentano un filo rosso nella dedizione al lavoro e nella capacità di vedere nella scienza il giusto strumento di indagine. Un servizio, quello del Data center, che serve a migliorare le nostre comunità e il nostro Paese». Il capo della polizia ha ribadito la necessità della «sì, della repressione» in una città come Napoli, dove l’allarme sicurezza è in aumento, ma ha ribadito come «serva l’aiuto di tutti, istituzioni, magistratura e cittadini. Se c’è un cancro non si può pensare di curarlo con una blanda medicina». «Noi facciamo la nostra parte - ha aggiunto - e cerchiamo di farla al meglio. Questo non significa che debbano essere i cittadini ad arrestare i delinquenti, ma c’è bisogno del contributo di tutti per questo territorio». La visita di Gabrielli ha riguardato i locali del Centro dati della polizia, esempio di «innovazione tecnologica - come ha sottolineato Filippo Dispenza, direttore centrale della Direzione Affari generali del Dipartimento della pubblica sicurezza - di fondamentale importanza per la sicurezza del Paese. Anche la magistratura ci ha chiesto di depositare qui dati importanti, che servono per contrastare la criminalità organizzata». Nel centro, dove operano circa 70 poliziotti oltre ai consulenti, come spiega il direttore Giacinto Occhiogrosso, si raccolgono in 600 server i sistemi e i dati della polizia di Stato. Un centro all’avanguardia a livello mondiale, di «rilevanza nazionale ed internazionale - rimarca Dispenza - perché in collegamento con le banche dati di tanti altri Paesi europei, con l’Interpol per la ricerca di latitanti e per lo scambio di informazioni come i passaporti, prima fonte per risalire a eventuali atti terroristici». Oltre al questore Antonio De Iesu, al primo dirigente del commissariato San Carlo all’Arena Claudio Cappellieri, alla cerimonia sono intervenuti tanti esponenti delle forze dell’ordine. 

Gabrielli, che ha anche incontrato l'agente che ha sventato la rapina a Fuorigrotta sabato scorso, ha poi commentato il video dell’aggressione di due poliziotti ad un ragazzo che non si era fermato all’alt: «Abbiamo intrapreso un'azione disciplinare e, come anticipato dal questore, non saremo assolutamente teneri». «Vedendo le immagini - ha aggiunto il capo della polizia - ho provato sconforto per la gratuità delle affermazioni e anche per una violenza assolutamente non giustificata.

Ho però pensato alle centinaia di poliziotti, carabinieri e finanzieri che tutti i giorni fanno il loro dovere con grande passione e dedizione».

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