La paura delle donne al suk della stazione di Napoli: «Ho preso un pitbull per difendermi»

La paura delle donne al suk della stazione di Napoli: «Ho preso un pitbull per difendermi»
di Paolo Barbuto
Martedì 26 Settembre 2017, 09:06 - Ultimo agg. 11:08
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La verità non ha mai una sola faccia. Se parli con i tutori dell'ordine ti spiegano che la zona della Ferrovia ha un milione di problemi legati al degrado e alla presenza di balordi e immigrati, però non c'è un'impennata di casi di tentata violenza contro le donne. Se parli con le donne della zona, invece, scopri che ognuna di loro, nessuna esclusa, ha paura di quel mondo che sta cambiando a vista d'occhio, nel quale non si sentono più sicure.
Qual è, allora, la verità di questa vicenda? La verità è che, per fortuna, non c'è stato ancora nessun caso di violenza carnale in quella zona, ma si tratta semplicemente di un caso.

E la sicurezza di una donna non può essere affidata semplicemente al caso. Perché la verità di chi vive in quelle strade che si dipanano intorno alla stazione ferroviaria, dice pure che le donne sempre più spesso vengono seguite, raggiunte da commenti incomprensibili nel linguaggio ma chiari nell'intento, avvicinate in maniera sempre più arrogante e aggressiva. «Qualche tempo fa Veronica ha sentito una ragazzina che chiedeva aiuto. S'è affacciata al balcone e ha iniziato a urlare e a lanciare qualunque cosa per allontanare lo straniero che stava addosso a quella ragazzina». Veronica è iscritta al Comitato Quartiere Vasto nato sei mesi fa per dare voce alla rabbia delle persone della zona, l'episodio lo racconta Monica che è una delle animatrici del Comitato. E Monica che è anche mamma, spiega con disarmante semplicità d'essere stata costretta a difendersi da sola: «Ho preso un pitbull che non mi abbandona mai. Già in due occasioni mi ha tirata fuori da situazioni pericolose: in entrambi i casi erano immigrati, mi seguivano nella strada verso casa, si avvicinavano in maniera sempre più opprimente. Di fronte al mio cane che ringhiava sono scappati. Ma a voi sembra normale che una donna per uscire di casa alle sette di sera debba avere al guinzaglio un cane per sentirsi protetta?».

L'area della Ferrovia è, da sempre, luogo di ritrovo di balordi e disperati. Con la crescita degli sbarchi di immigrati che ha segnato la prima parte dell'anno, anche quella zona ha avuto un grande sussulto: in strada il numero di stranieri è cresciuto a dismisura. Se ne sono accorti anche i tutori dell'ordine che segnalano pure una flessione registrata da quando gli sbarchi si sono ridotti. Ma la presenza di stranieri continua ad essere imponente: molti sono allo sbando, vanno a dormire in piazza sui cartoni dal lato dell'hotel Terminus. Spesso al mattino vengono svegliati, controllati e invitati ad andare via dai vigili dell'Unità operativa tutela emergenze sociali e minori: si tratta di operazioni effettuate proprio per tutelare quelle persone, spesso effettuate in compagnia di personale specializzato di strutture che si occupano dell'accoglienza. Quelli che vanno a dormire lì, generalmente non sono pericolosi ma solo disperati.

I più aggressivi sono quelli inseriti nel tessuto sociale della città, quelli che sono arrivati da tempo o che, con facilità, sono stati capaci di legarsi agli altri immigrati già presenti sul territorio. Così è venuta a crearsi una situazione esplosiva: decine di giovani allo sbando, innestati in un territorio ad alto rischio di violenza e malavita. Ecco allora che si sono moltiplicati scippi e rapine, ecco che sono cresciute anche le risse e i momenti di tensione fra immigrati. Ecco, soprattutto, che è cresciuta anche la morbosa attenzione nei confronti delle donne.

I commercianti di piazza Garibaldi non hanno la stessa percezione. Un negoziante che affaccia proprio sull'area dove è avvenuto l'ultimo drammatico evento e che (come sempre) chiede l'anonimato, dice d'essere rimasto di stucco alla notizia: «Certo, bisogna fare attenzione qui, come in altre zone della città. Ma io non ritengo che qui in piazza Garibaldi ci sia una particolare situazione di pericolo per le donne. Sono vicino alla ragazza molestata e condanno con tutte le mie forze quel che è accaduto, però penso che sarebbe potuto accadere in ogni altra zona della città». La difesa del territorio è ammirevole. I dati raccolti da chi sorveglia il territorio, però, sono in contrasto con le parole del commerciante: nell'area del Suk di piazza Garibaldi sono in aumento tutti i tipi di malaffare.

In particolare c'è una crescita vertiginosa della prostituzione, anche in ore diurne. E il dettaglio che ha fortemente colpito le forze dell'ordine è che gli immigrati preferiscono «accompagnarsi» a prostitute che hanno le loro stesse origini, come se cercassero donne che gli consentono di sentirsi a casa.
«Ad essere onesti, noi osserviamo quotidianamente anche molti napoletani che prendono a bordo prostitute - spiega Monica Caterino del Comitato Vasto - e possiamo mostrare decine di foto e video del degrado nel quale siamo immersi quotidianamente per via di questi stranieri che sono diventati padroni della città». Non c'è rabbia nelle parole di Monica, forse un po' di rassegnazione, ma anche la consapevolezza che bisogna lottare per riconquistare spazio a una vita «libera», lontana da quelle paure che solo il degrado riesce ad alimentare.
Un breve «tour» nelle immagini della pagina Facebook del Comitato regala orribili sensazioni. Ogni giorno dalle finestre delle loro case gli abitanti della zona vedono, e filmano, risse, atti di violenza, mercati di immondizia; ogni sera davanti ai portoni di casa trovano bivacchi e sguardi minacciosi: vuoi passare per tornare a casa? Sei uno scocciatore, potremmo aggredirti.

Di tanto in tanto quelli del Comitato si danno appuntamento via Whatsapp: andiamo a prendere un caffè in quella o in quell'altra strada. Così tutti uniti vanno a controllare un po' del loro territorio, come se fossero ronde: «No, non siamo ronde. Questa parola ha una accezione negativa. Noi semplicemente andiamo a dare uno sguardo a quel che succede. È importante rimanere in strada e osservare, magari essere pronti a intervenire».
Nelle ultime settimane Ciro è intervenuto in due diverse occasioni per allontanare immigrati che infastidivano ragazzine. Però i dati ufficiali dicono che qui il problema della violenza sulle donne non è preoccupante.
 
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