Napoli, faida per la droga: condannati
49 tra boss, gregari e pentiti

Napoli, faida per la droga: condannati 49 tra boss, gregari e pentiti
di Leandro Del Gaudio
Venerdì 28 Ottobre 2016, 09:06
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Sulla loro testa il gelo è calato poco dopo le dodici, quando il giudice ha letto la sentenza. Tutta di un fiato, per quarantanove posizioni, tante sono state le condanne dei presunti esponenti del gruppo della Vannella grassi. Pene esemplari per boss e gregari, ma anche per collaboratori di giustizia che in questi anni hanno abbandonato il ruolo di boss sanguinari. Gup Francesca Ferri, eccola la sentenza a carico del cosiddetto gruppo Leonardi, una cosca per anni fedelissima al clan Di Lauro, prima di entrare a riempire le fila di quella confederazione di famiglie chiamata «Vannella grassi». Associazione camorristica, armi, droga e tentato omicidio: sono le accuse al centro delle indagini del pm anticamorra Maurizio De Marco, in forza al pool coordinato dall’aggiunto Filippo Beatrice. Inchiesta che prende il via a partire dai fatti del 2011-2012, quando l’area a nord di Napoli diventa epicentro di un nuovo scontro frontale per la conquista delle piazze di spaccio.

Guerra della droga, la cosiddetta terza faida che vede particolarmente attivi i cosiddetti «girati», colpiti nel corso degli ultimi anni da arresti e sequestri, decimati da provvedimenti giudiziari. Ieri, le condanne dei boss, anche di quelli che hanno via via deciso di passare a collaborare con la giustizia. È il caso di Antonio Leonardi, anni fa indicato come braccio destro di Paolo Di Lauro, un tempo grande riciclatore di denaro sporco, che ieri mattina ha incassato una condanna a dieci anni e otto mesi. C’erano per lui i benefici della collaborazione con la giustizia e lo sconto di un terzo per il rito abbreviato, la condanna lo inchioda comunque per il suo ruolo apicale. Sei anni per Umberto Accurso, uno dei primi pentiti della Vannella grassi; «solo» quattro anni invece per Rosario Guarino, alias Joe banana, altro esponente storico del gruppo della Secondigliano vecchia capace di strappare - a colpi di morti ammazzati - spazi di autonomia criminale prima contro i Di Lauro (siamo nel 2007), poi contro gli scissionisti del clan Abete. 

Ma torniamo alle condanne, a partire da quelle più vistose: venti anni per Antonio Di Gennaro; venti anni per Gennaro Iorio; venti anni per Salvatore Aurilio; 20 anni per Salvatore Piedimonte; 18 anni e 4 mesi per Vincenzo Dati; 18 anni per Alfonso Vanacore; 16 anni e otto mesi per Salvatore Barbato. Condanne severe anche per tutto il gruppo familiare della famiglia Leonardi: Alfredo Leonardi incassa 15 anni e 4 mesi; Felice Leonardi, 12 anni e 10 mesi; Giovanni Leonardi, 10 anni. Prende 20 anni Nicola Mincione, 16 Raffaele Mincione, 16 anni e otto mesi Antonio Mincione e Marco Esposito, 15 anni a Francesco Strazzulli, 16 anni e otto mesi per Salvatore Capaldo, Gaetano Riccio, Vincenzo Esposito; 14 anni e 8 mesi a Pasqualina Mincione, mentre vengono inflitti 16 anni e 8 mesi a Giustina Marchese, 17 anni e quattro mesi per Carmine Battaglia, 12 anni e 4 mesi per Vincenzo De Simone; 16 anni e 8 mesi per Salvatore Caputo, 10 anni per Gennaro Magelli, 18 anni e 8 mesi per Gaetano Parziale, 12 anni e 4 mesi per Antonio e Vittorio Marotta, 16 anni e 8 mesi per Pietro Maoloni. Pene tra gli otto e i quattro anni invece per tutti gli altri imputati, accusati di reati legati all’uso di armi e alla gestione delle piazze di spaccio nella zona di Secondigliano.
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