Napoli, emergenza alcol per i giovani: «Mix di fatale liquori, colpa dei genitori»

Napoli, emergenza alcol per i giovani: «Mix di fatale liquori, colpa dei genitori»
di Ettore Mautone
Martedì 2 Gennaio 2018, 09:30 - Ultimo agg. 20:36
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Dilaga l'abuso di alcol tra i giovani, un fenomeno trasversale a tutte le fasce sociali. L'ennesimo allarme, ormai quotidiano, scatta con i festeggiamenti di Capodanno. Sono 20 i casi di coma etilico registrati al pronto soccorso del Cardarelli nella notte di San Silvestro. «Tutti giovani con meno di 20 anni, alcuni di soli 15, 16 anni - avverte Fiorella Paladino, responsabile dell'unità di Osservazione intensiva del pronto soccorso del Cardarelli - un afflusso diventato stabile nei fine settimana, soprattutto il venerdì e il sabato sera, che allarma per la grave sottovalutazione dei danni e che investe le istituzioni deputate alla prevenzione ma anche le famiglie, che assumono spesso un atteggiamento giustificazionista».

Dottoressa Paladino, che entità ha assunto l'utilizzo di alcol tra i giovani?
«Sicuramente il consumo smodato, lo sballo da alcol, sta diventando una consuetudine, una insana moda in netta crescita tra gli adolescenti».

Quanti ne vedete al pronto soccorso?
«Tanti, tutti i venerdì e sabato sera».

Qual è l'identikit di questi ragazzi?
«Si tratta spesso minori che non hanno alcuna idea del disastro che avviene sul loro acerbo organismo. Studenti di buona famiglia, senza particolari problemi alle spalle, se non il disagio tipico legato alla loro età, ma abituati a consumare liquori più di vino e birra, soprattutto nei fine settimana. Si riuniscono tra amici a casa di qualcuno dove non siano presenti i genitori e bevono e fumano. Fino a farsi male».

Quanto male?
«Non si tratta di bevute occasionali, della sbornia di una notte, che pure può essere molto pericolosa. Ma di una abitudine che alla lunga porta alla cirrosi epatica, a danni al cervello e ad altri organi. Tra l'altro i giovani, con un metabolismo epatico ancora non maturo, sono maggiormente soggetti al coma etilico».

Con quali conseguenze?
«È frequente che questi ragazzini giungano in ospedale a causa degli effetti collaterali delle grandi bevute. Come espressione massima accusano vomito, svenimenti, fino al coma etilico».

I casi si risolvono nel breve termine ma i danni si manifestano nel lungo periodo senza contare il rischio di vere e proprie dipendenze. Che occorre fare?
«Bisogna prendere consapevolezze del problema, investire le istituzioni, gli enti educativi, la scuola, le associazioni che lavorano con i giovani. E poi c'è il ruolo primario delle famiglie, che sono assenti o, quando presenti, sottovalutano in maniera inspiegabile il grave rischio per la salute dei loro ragazzi».

 


Dove si procurano l'alcol?
«Il fatto è che mentre per la droga il reperimento richiede un certo rischio di sanzioni l'alcol lo comprano al supermercato senza che nessuno intercetti questo fenomeno. Se un ragazzino acquista una bottiglia di vodka passa del tutto inosservato. Tutto questo andrebbe regolamentato e anche interdetto attraverso massicce e capillari campagne informative».
Cosa dicono i genitori quando li avvertite di un ricovero in pronto soccorso?
«Minimizzano in maniera disarmante, giustificano l'accaduto come una bravata. Sono impreparati e superficiali».
E invece?
«E invece non è così. Il consumo smodato e settimanale di alcol porta con sé non soltanto danni permanenti ma anche comportamenti di dipendenza, alterazioni dello stato di vigilanza con una correlazione impressionante anche con atti di violenza, incidenti (ieri notte in uno di questi un giovane ha subito la frattura di 3 vertebre, ndr), calo del rendimento scolastico. Anche se questi ragazzi non sempre sfociano in comportamenti devianti palesi sono ad alto rischio per tutta una serie di conseguenze spesso irreversibili. Tutto ciò rischia di rovinare intere generazioni di ragazzi».
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