Napoli, la Duchesca in balia dei clan: non solo Ciro, scappano anche i cinesi

Napoli, la Duchesca in balia dei clan: non solo Ciro, scappano anche i cinesi
di Nico Falco
Mercoledì 26 Luglio 2017, 13:43 - Ultimo agg. 16:14
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La salumeria Scarciello affaccia direttamente sullo spiazzo che una volta era il mercato della Maddalena. Ora c'è un parcheggio. Anzi, due: uno è gestito dall'Anm, e l'altro, con la sbarra di accesso rotta, aspetta un abusivo che se ne arroghi la proprietà. Tutto intorno, saracinesche abbassate. Di attività ai lati di via Mancini, e nei vicoli vicini, ne sono rimaste poche e ce ne saranno sempre di meno. Anche i cinesi, che in questi vicoli avevano costruito una piccola Chinatown, stanno scappando: qui non si fanno affari, meglio spostarsi a Gianturco, anche a costo di lasciare i negozi sfitti. 

Le istituzioni, dopo la fine di un mercato che era tra i punti di riferimento della città, ma anche noto per la vendita di prodotti contraffatti, non hanno fornito alternative e così, gradatamente, il quartiere si è spento. Tra quelle bancarelle è nato il pacco ai turisti ma, oltre a quelli che vivevano di truffe, c'era anche chi cercava di guadagnarsi la giornata da ambulante irregolare. C'era affluenza, girava denaro, era una microeconomia locale.
 

 

Davanti al suo negozio, in una pausa tra gli ormai pochi clienti, sigaretta tra le dita, Ciro Scarciello indica i cartoni accatastati con quel fare un po' beffardo che però, a guardar meglio, cela a stento l'amarezza. Ha deciso: sabato è l'ultimo giorno, poi andrà via da Napoli. Lo aspetta una nuova avventura lavorativa al nord. È un'idea che già accarezzava da tempo ma, con i fatti degli ultimi mesi, le ultime remore sono cadute. Dopo l'intervista a «Chi l'ha visto?», a gennaio, in cui aveva parlato dello stato di abbandono del quartiere dove lavora dal 1989, Scarciello si è visto sempre più isolato. 

C'era stata l'idea di creare una catena di salumerie etiche con associazioni del territorio, progetto in cui avrebbe fatto da testimonial, ma delle proposte avanzate alla Regione Campania non ha saputo più nulla. E anche il Comune di Napoli, dopo le promesse di restargli vicino, è sparito. «Il sindaco l'ho visto a marzo - dice Scarciello - e ci siamo stretti la mano. Mi aveva parlato di riqualificazione della zona e hanno eliminato una cancellata abusiva. Poi avevamo un appuntamento ad aprile ma non si è presentato. Da allora, non ho saputo più nulla».
 

Gli era stato proposto di diventare fornitore del Colosimo ma, aggiunge, ha rifiutato perché già pensava di cambiare aria e quindi non ha voluto mettere in difficoltà l'istituto che avrebbe dovuto cercare un rimpiazzo. «Andare via mi rende molto triste - conclude - ma non ci sono le condizioni per restare: alla Duchesca non ci sono regole, la normalità è l'illegalità e non si vede nemmeno la volontà di cambiare». L'agonia del quartiere è evidente, basta fare un giro. Dalla Duchesca se ne sono andati anche i cinesi, che negli anni scorsi avevano assaltato la zona con mazzette di contanti. «Ormai stanno tutti a Gianturco - racconta un uomo, accanto alla sua bancarella, una delle ultime rimaste, in un vicolo - qui li hanno derubati in casa e nei negozi. E, poi, non c'è passaggio, che senso ha avere un'attività commerciale qui?». Eppure il potenziale c'è: a due passi ci sono la Basilica di San Pietro Aram l'ospedale dell'Annunziata, quello della ruota, con museo annesso. Un patrimonio storico e artistico che affonda nelle radici di Napoli e oggi marcisce. L'offerta dall'oriente arrivò anche a Nunzia, che lavora nel negozio che i genitori già avevano quando lei è nata, 74 anni fa. 

«Rifiutai - racconta - ma oggi forse accetterei. Passiamo le giornate sull'uscio a guardare, non si lavora più. Riescono a vendere qualcosa ancora gli stranieri, ma ormai è finito tutto». Si riferisce agli immigrati pakistani e del Bangladesh che, insieme agli africani, hanno colonizzato la zona. Negozi di cianfrusaglie, ma anche bancarelle del falso dove vengono smerciati i prodotti della società che, tra quei vicoli, non arranca mai: la camorra.

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