Napoli, dopo 55 anni due sorelle ritrovano le amiche del collegio grazie a Facebook

Anna e Rosaria da piccole, sullo sfondo uno dei collegi che l'hanno ospitate
Anna e Rosaria da piccole, sullo sfondo uno dei collegi che l'hanno ospitate
di Gennaro Morra
Martedì 19 Giugno 2018, 11:16 - Ultimo agg. 17:41
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Anna e Rosaria non hanno avuto una vita facile, soprattutto negli anni dell’infanzia e dell’adolescenza, un tempo che dovrebbero essere spensierato e leggero. E invece le due sorelle, quartultima e terzultima di sei figli, perdono il padre ferroviere quando hanno appena otto e sette anni. La madre non è in grado di crescere tutti i figli e allora le Ferrovie dello Stato le offrono un lavoro e la possibilità d’inserire proprio Anna e Rosaria nei collegi nati per ospitare gli orfani dei dipendenti dell’azienda statale.
 
«Eravamo piccole e il distacco da nostra madre fu molto duro – ricorda Anna –. Anche se il collegio dove si frequentavano le classi elementari era a Castellammare di Stabia, quindi vicino Napoli, ci consentivano di vedere la famiglia una volta al mese, mentre potevamo tornare a casa solo per le vacanze estive. Perciò per due bambine così piccole fu un trauma». E lo shock è ancora più grande qualche anno più tardi: concluso il ciclo delle classi elementari, le due bimbe vengono trasferite a Igea Marina, in provincia di Rimini, nell’istituto dove gli orfani dei ferrovieri frequentano le scuole medie. Siamo agli inizi degli anni Sessanta, l’Italia sta per vivere il boom economico, ma la vedova Calì non è ancora in grado di mantenere quelle due figlie: «Eppure dopo qualche mese venne a riprenderci, non ce la faceva a saperci tanto lontane – racconta Rosaria –. Fummo noi a rassicurarla che stavamo bene, che era meglio se restavamo là. Sapevamo che se fossimo tornati a casa, avremmo sofferto l’indigenza economica e difficilmente avremmo potuto continuare a studiare. Era giusto restare in collegio, ma quando mamma andò via io e Anna ci ritrovammo a piangere l’una sulla spalla dell’altra».
 
Anna e Rosaria conseguono il diploma di scuola media e vengono trasferite al collegio di Senigallia per iniziare le superiori. Sono consapevoli della grande possibilità che le viene concessa, ma crescere in un ambiente rigido lontano dalla famiglia non è facile: Anna, la più remissiva tra le due, ha problemi d’inappetenza; Rosaria, quella ribelle, non riesce ad accettare le regole che le vengono imposte.
 
«Una volta tornavo dall’infermeria, dove mi avevano somministrato lo sciroppo per farmi venire fame, e ho visto Rosaria fuori la classe, in piedi con le spalle al muro, che leggeva un libro – racconta Anna –. E ho pensato che di sicuro si era messa nei guai». E Rosaria spiega: «Mi piaceva leggere e lo facevo anche nelle ore di lezione, quelle che mi annoiavano. Quella volta l’insegnante mi aveva scoperta e mi aveva mandato dalla preside, che mi aveva ordinato di trascorrere il resto delle ore in piedi con le spalle contro il muro del corridoio, ma non mi aveva tolto il libro. Così io avevo ubbidito agli ordini e ne avevo approfittato per finirlo».
 
Tra problemi di nutrimento e la riottosità alle regole imposte, le due sorelle arrivano agli esami di maturità. E, ormai maggiorenni, possono tornare nella loro casa di Capodimonte. Tornate in città, trovano un lavoro, si sposano e formano delle famiglie. Ma con gli amici del collegio perdono ogni contatto e per 55 anni quel periodo della loro vita viene rievocato solo dai loro racconti. Poi, qualche settimana fa Rosaria riceve una telefonata: «Era uno dei ragazzi che era stato in collegio con noi. Mirella, una mia amica di allora, si ricordava l’indirizzo della casa dove abitavamo con mamma e aveva chiesto a lui, che è di Napoli, di cercarci. Ma in quella casa ci ha trovato l’altra nostra sorella, la più piccola, che è rimasta a vivere lì. E lei gli ha dato il nostro numero».
 
L’uomo la mette al corrente che su Facebook è nato un gruppo che raccoglie gli ex collegiali delle Ferrovie dello Stato e lì in tanti si chiedono dove sono finite le sorelle Calì. Anna e Rosaria non frequentano i social network, ma corrono a iscriversi a quello fondato da Mark Zuckerberg e ci ritrovano un mondo, quello che avevano lasciato 55 anni fa: «È stata una grandissima emozione, soprattutto ritrovare la mia amica Paolina – racconta Anna –. Noi due eravamo sempre insieme e abbiamo condiviso tutto di quel periodo. Sono stati anni difficili in cui ci venivano vietate moltissime cose, non ci era concesso nemmeno esprimere un pensiero. In quel clima avere un’amica su cui contare era una salvezza. Risentire Paolina, raccontarci quello che ci è successo dopo, è stata una gioia immensa. Lei oggi è un giudice ed è stato un regalo bellissimo ritrovarla».
 
«Stiamo ritrovando tante ragazze, che vivono in altre città, che hanno condiviso quegli anni difficili, ma anche belli – dice Rosaria –. Ci stiamo scambiando fotografie e aneddoti, ma ci stiamo presentando anche le nostre rispettive famiglie, i nostri figli. Insomma, cerchiamo di recuperare il tempo perduto».
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