Diving, un mare di sigle e offerte
Il brevetto? Si prende in vacanza

Diving, un mare di sigle e offerte Il brevetto? Si prende in vacanza
di Antonino Pane
Venerdì 18 Agosto 2017, 09:25 - Ultimo agg. 09:26
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Dal Banco di Santa Croce a Vico Equense alle grotte di Capri, dallo Scoglio della Nave di Ischia alle grotte di Palinuro. I cinquecento chilometri della costa campana sono ritenuti un vero e proprio paradiso dai subacquei, un paradiso da guardare, fotografare, scoprire. Lo sono da sempre, ma negli ultimi anni, grazie all'istituzione delle aree marine protette, ampi tratti di costa sono stati sottratti alla devastazione delle ancore e delle reti a strascico. I fondali sono così rifioriti, e oggi offrono spettacoli unici tanto che la domanda di immersioni è cresciuta in maniera esponenziale.


E se c'è domanda, evidentemente, arriva l'offerta. I diving sono aumentati in proporzione impressionante e ogni anno il numero dei tuffi (unità di misura delle immersioni: un tuffo, una immersione) è cresciuto tanto da far calcolare che solo a Ischia, tra quelle autorizzate e no, si svolgono circa cinquemila immersioni all'anno. Stessi numeri più o meno in penisola sorrentina e cifre di poco inferiori riguardano la costa cilentana. Le statistiche sono state elaborate dalle Aree marine protette «Regno di Nettuno» e «Punta Campanella». Si parla di circa 2.500 immersioni all'anno autorizzate che arrivano a 5.000 con un rapido calcolo, in quanto una su due si ipotizza non autorizzata. Diciamo anche che la zona dove c'è il record assoluto di tuffi è la secca del Banco di Santa Croce a Vico Equense.

Uno specchio d'acqua superprotetto dove si è sviluppato un ecosistema assolutamente unico per colori e biodiversità. Un business enorme, dunque, in un settore poco regolamentato dove il legislatore italiano ha preferito fino ad oggi non addentrarsi più di tanto. Di fatto non esiste una legge precisa di riferimento delle attività subacquee. Le norme riguardano solo chi svolge l'attività professionale di sub, i lavoratori subacquei, quelli che si immergono per riparare imbarcazioni, condotte sottomarine, cavi e così via. Per quanto riguarda l'attività turistica e sportiva bisogna fare riferimento alle direttive Iso che dettano standard sul rilascio dei brevetti e sulle varie classificazioni dei brevetti stessi.


Naturalmente l'osservanza di queste direttive deve andare di pari passo con il rilascio delle licenze commerciali della Regione e dello Stato in cui si opera. In Italia esistono due Federazioni molto attive, la Fisas e la Fipsas, a cui fanno riferimento molti diving. Ma non basta. Ci sono una serie di organizzazioni con affiliati in varie regioni italiani che, rispettando sempre le direttive Iso, operano nel settore e rilasciano brevetti. In linea di massima la formazione è simile nei vari diving. Non è simile, invece, la modalità di svolgimento dell'attività. C'è chi inizia in piscina, e chi subito in mare; c'è chi utilizza di più la modalità dell'immersione singola con istruttore e chi, invece, preferisce andare in gruppo.


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