Cure palliative, una petizione online
da Napoli per modificare la legge

Cure palliative, una petizione online da Napoli per modificare la legge
Sabato 13 Gennaio 2018, 17:05
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Il video testamento di Marina Ripa di Meana ha riaperto il dibattito sulle cure palliative e ha accesso i riflettori su alcuni aspetti poco noti, o poco chiari, previsti dalla nostra costituzione.  Da Napoli, e in particolare dall’Osservatorio Regionale Cure Palliative e Medicina del Dolore dell’Associazione House Hospital onlus parte una campagna che ha come obiettivo l’introduzione di un nuovo concetto nell’articolo 32 della Costituzione. Una nuova rilettura dell’aspetto precettivo della norma, quello dell’obbligo da parte dello Stato di assicurare a chi ha perso in maniera irreversibile la salute, a chi non può ricevere più terapie mediche perché considerato malato terminale, il diritto ad essere “curato”, il diritto a non soffrire ed a conservare, nell’ultimo periodo della propria vita, la dignità della persona umana. Questo è infatti un diritto ineludibile, ma anche interesse di una collettività che, ignorandolo, non tutelandolo, perderebbe il connotato di società civile.

Quella lanciata dall’Osservatorio Regionale Cure Palliative e Medicina del Dolore dell’Associazione House Hospital onlus  è una petizione on line (www.hospicecampania.it) che riguarda tutti e che vanta il contributo giuridico e lessicale dell’ex Presidente della Corte Costituzionale e Presidente della Commissione Nazionale Bioetica (professor Francesco Paolo Casavola) che ha fatto propria la proposta divenendo protagonista della nuova stesura. L’obiettivo è quello di raccogliere quante più firme possibile, cos’ da poter affidare questa istanza ai candidati premier alle elezioni politiche di Marzo 2018. Nella 18esima legislatura all’articolo 32 vogliamo che sia aggiunto un periodo molto semplice ma determinante: «La Repubblica tutela altresì, laddove la perdita della salute sia irreversibile e si accompagni alla fine della vita, un percorso senza dolore in cui sia sempre rispettata la dignità dell’essere umano».
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