I lavoratori dicono «basta a tutti i tentativi, strumentali e dannosi, finalizzati all'attuazione di soluzioni che vedano coinvolti gli stessi soggetti che hanno determinato la crisi in atto o, comunque, di soluzioni che non garantiscano la necessaria discontinuità rispetto al passato» e ribadiscono «che l'unica soluzione possibile per salvare Città della Scienza è l'azzeramento di tutti gli organi statutari attuali responsabili della crisi, e l'intervento di soggetti terzi in grado di segnare un radicale cambiamento». Secondo i lavoratori infatti «soluzioni diverse non consentirebbero di far emergere le reali responsabilità della crisi e non garantirebbero la sostenibilità della Fondazione».
Secondo i lavoratori «i tentativi in atto di dilazionare l'unica possibile soluzione, azzeramento e commissariamento, aggravano la situazione di crisi, aumentano la sofferenza dei lavoratori e mettono a repentaglio la sopravvivenza della struttura.
Non è possibile, quindi, procrastinare ulteriormente radicali interventi risolutivi». In tal senso i lavoratori ritengono «del tutto inutile anche la convocazione del Consiglio di amministrazione del 17 novembre».