Napoli. Ingegnere ucciso:
slitta l'autopsia, funerali rinviati

Napoli. Ingegnere ucciso: slitta l'autopsia, funerali rinviati
di ​Giuseppe Crimaldi
Venerdì 2 Dicembre 2016, 10:01 - Ultimo agg. 26 Gennaio, 11:11
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Omicidio Materazzo, quarto giorno di indagini e ancora nessun risultato concreto. Manca il colpevole, ma al momento - e nonostante gli sforzi degli investigatori - restano assenti i due elementi-chiave che consentono di stringere il cerchio intorno all'assassino: l'arma del delitto e il movente. Eppure qualcosa sembra muoversi. Anche ieri per tutta la giornata si sono succedute riunioni e vertici con gli inquirenti della Procura della Repubblica, che coordina le indagini affidate alla Squadra mobile della Questura di Napoli. Tra tante nebbie un fatto appare certo. Il presunto assassino resta a piede libero, anche se potrebbe avere le ore contate. E a dimostrarlo c'è un particolare che non è affatto di poco conto. Anzi.

Se la famiglia dell'ingegnere brutalmente assassinato lunedì sera sotto la sua abitazione del viale Maria Cristina di Savoia sono stati obbligati a spostare la data del funerale del professionista (in un primo tempo dato certo per ieri, e poi spostato a oggi, e nuovamente rinviato a data da destinarsi) è perché la salma non è stata ancora liberata dall'autorità giudiziaria. Attenzione, perché questo non è un particolare da poco. Il ritardo dovrebbe infatti quasi sicuramente legato a un adempimento giudiziario che non rappresenta un contorno, ma la sostanza di tutto: serve la notifica di un avviso di garanzia al primo dei sospettati, il cui nome sarebbe ben chiaro a chi svolge le indagini sull'omicidio. Un atto dovuto, nel momento in cui la Procura iscrive nel registro degli indagati un nome: quello del presunto omicida. In Questura ieri è stato tutto un rincorrersi di voci. E di supposizioni, che in quanto tali vanno riportate, almeno in attesa dei riscontri ufficiali. Giornata convulsa. Dalla quale sono emerse notizie che meritano doverosamente il condizionale. Ci sarebbe dunque un sospettato. Ma di fronte a un giallo la cui cornice è ampia, e che spazia dal movente privato a quello familiare e lavorativo, la cerchia delle persone attenzionate si allarga. Chi ha ucciso Vittorio Materazzo?

Siamo di fronte a un delitto d'impeto o su commissione? Qualcuno può essersi servito di un killer che ha sgozzato il 51enne professionista, oppure ha fatto tutto da solo? Ed ancora: è vero che esiste una registrazione filmata che riprende l'assassino mentre aggredisce e infierisce con quell'ultimo colpo fatale di coltello alla carotide la vittima? Ma quel video da dove proviene? Forse da un cellulare? E - se questo è vero - chi lo ha registrato? Una ridda di voci nel momento in cui l'indagine sembra essere davvero a una svolta. Tra le indiscrezioni trapelate e ricorse ieri ce n'è una che merita attenzione. Gli esperti della Polizia scientifica avrebbero eseguito una perquisizione nell'abitazione di una persona che Vittorio Materazzo conosceva molto bene. I poliziotti probabilmente erano alla ricerca di abiti, dei vestiti utilizzati da chi sospettano avere ucciso l'ingegnere. Le coltellate inferte sul corpo della vittima non possono non avere lasciato tracce ematiche su quegli abiti, ancorché lavati. Si cerca conferma anche ad un altro, ultimo inquietante sospetto: che l'assassino, dopo circa un'ora dal delitto, possa essere tornato sul luogo del delitto confondendosi tra la folla dei curiosi che stazionavano in viale Maria Cristina di Savoia. E , ammesso che anche questo sia vero, ci sarebbe da chiedersi il perché.
 

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