I carabinieri, diretti dal capitano Francesco Filippo, hanno sequestrato una Toyota Aygo, a bordo della quale i tre avevano tentato la fuga, e anche una trentina di attrezzi atti allo scasso rinvenuti a bordo della piccola ma veloce utilitaria. I tre, accusati in concorso di furto aggravato e possesso di arnesi atti allo scasso, sono comparsi davanti al giudice per essere processati per direttissima. Il magistrato ha convalidato l'arresto e disposto per i fermati gli arresti domiciliari in attesa del giudizio con il rito ordinario. In tutta la zona e per tutta la notte fino alle prime luci del giorno, tra Casoria e Napoli è scattata la caccia ai complici dei tre arrestati, ma nonostante la stretta rete dei posti di blocco e alcune perquisizioni nelle abitazioni di specialisti i questo genere di furti, di loro non sono state trovate tracce.
Nè i ladri finiti in manette hanno voluto fornire agli inquirenti elementi utili alla loro identificazione, limitandosi a dire che erano persone che avevano appena conosciuto giusto per «piazzare» il furto.
L'assalto all'esercizio commerciale preso di mira, il Bar Iorio, ubicato nei pressi del mercato ortofrutticolo di Casoria e a meno di cinquecento metri dalla sede della compagnia dei carabinieri (il primo errore dei ladri) è avvenuto nella notte di Ferragosto. Il commando dopo aver tagliato parte della serranda di alluminio ha «spaccato» con un pesante martello lo spesso vetro di una delle porte di ingresso del locale. Questo è stato il secondo errore della banda. In una notte silenziosa, come lo sono quelle della settimana di Ferragosto, i rumori hanno richiamato l'attenzione di qualche insonne residente della zona, che ha immediatamente telefonato al 112. In meno di una manciata di minuti sono arrivate le gazzelle del nucleo radiomobile. Giusto in tempo per «pizzicare» metà della banda, che secondo gli inquirenti potrebbe aver messo a segno altri furti nella zona.