Follia nel carcere di Secondigliano: detenuto sex-offender aggredisce due poliziotti

Follia nel carcere di Secondigliano: detenuto sex-offender aggredisce due poliziotti
Mercoledì 26 Luglio 2017, 09:59 - Ultimo agg. 10:19
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Giornata di follia, sabato, nel carcere napoletano di Secondigliano: protagonista un detenuto sex-offender che ha violentemente aggredito alcuni dei poliziotti penitenziari che erano in servizio. A darne notizia è il sindacato autonomo Sappe.

«Quel che è avvenuto è un fatto gravissimo, che poteva avere pericolosissime ripercussioni sia per l’incolumità di altri poliziotti che sul mantenimento dell’ordine e della sicurezza all’interno del carcere di Secondigliano. La professionalità e l’abnegazione del personale di polizia penitenziaria del reparto, cui va il mio apprezzamento, ha gestito al meglio un evento critico che avrebbe potuto avere drammatiche conseguenze», commenta il segretario nazionale della Campania del Sappe Emilio Fattorello. «Il detenuto sex-offender si era già reso protagonista di atti di violenza e di intemperanza e sabato ha picchiato senza alcuna ragione due poliziotti in servizi».

«È stata un’esperienza allucinante, gestita con grande sangue freddo e professionalità dai bravi agenti di polizia penitenziaria», commenta il segretario generale del Sappe Donato  Capece. «Ma conferma la tensione che continua a caratterizzare le carceri, al di là di ogni buona intenzione. Le carceri sono più sicure assumendo gli agenti di polizia penitenziaria che mancano, finanziando gli interventi per potenziare i livelli di sicurezza delle carceri. Altro che la vigilanza dinamica, che vorrebbe meno ore i detenuti in cella senza però fare alcunchè. Non ci si ostini a vedere le carceri con l’occhio deformato dalle preconcette impostazioni ideologiche, che vogliono rappresentare una situazione di normalità che non c’è affatto», conclude. «Gli agenti di polizia penitenziaria devono andare al lavoro con la garanzia di non essere insultati, offesi o peggio da una parte di popolazione detenuta che non ha alcun ritegno ad alterare in ogni modo la sicurezza e l’ordine interno. Non dimentichiamo che contiamo ogni giorno gravi eventi critici, episodi che vengono incomprensibilmente sottovalutati dall’amministrazione penitenziaria».
 
Proprio per tale ragione, il Sappe e le altre organizzazioni sindacali della polizia penitenziaria hanno unitariamente annunciato ieri di interrompere le relazioni sindacali con il dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria a decorrere dal 26 luglio 2017. «Da Perugia a Verona, da Prato a Piacenza, da Rieti a Cassino, da Frosinone a Gorgona: sono solo alcune delle realtà in cui sono in atto mobilitazioni da parte del personale di Polizia penitenziaria a causa di condizioni di lavoro sempre meno sopportabili. Una serie di aggressioni violente nei confronti del personale, si stanno registrando all’interno dei reparti penitenziari, generando allarme fra il personale, nell’apparente disinteresse dell’amministrazione penitenziaria e del mondo politico in generale e senza che la stessa Amministrazione dia segno di voler correggere in alcun modo i percorsi custodiali attivati da qualche tempo. Nulla si muove, non si portano a conclusione le materie affrontate e la quotidianità, specialmente nelle periferie, si snoda sulla speranza che le condizioni non peggiorino». 
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