Carcere di Poggioreale
sovraffollato è protesta

Carcere di Poggioreale sovraffollato è protesta
di Nico Falco
Venerdì 18 Agosto 2017, 09:07
2 Minuti di Lettura
Il tintinnare e i colpi sordi si sentono tre volte al giorno dai padiglioni, è il rumore di pentole, posate e oggetti metallici che vengono sbattuti contro le sbarre. È la battitura, il metodo con cui, dal 15 agosto, i detenuti del carcere di Poggioreale stanno manifestando contro le condizioni di reclusione in adesione alla protesta nazionale indetta dai Radicali negli istituti italiani da mercoledì 16 a lunedì 21 agosto. I problemi sono quelli endemici del sistema carcerario, ai quali si uniscono i ritardi nell'applicazione della riforma che prevede sensibili miglioramenti delle condizioni detentive anche in termini di sconti di pena. Si parte dal sovraffollamento, con 2.100 detenuti ospitati al fronte di una capienza di 1.500 persone e con una media di 20/30 nuovi accessi al giorno.


«Alla protesta ha aderito circa il 50% dei detenuti e una parte ha rifiutato il vitto e provveduto autonomamente ai pasti spiega Antonio Fullone, direttore del carcere di Poggioreale - La natura è pacifica: chiedono l'attuazione della riforma ma c'è da dire che in questo periodo si soffre sia per l'estate molto calda, sia perché il numero di detenuti è ripreso a salire dopo un periodo in cui il problema era più contenuto». Dei 2.100 carcerati di Poggioreale, soltanto 400 sono quelli che hanno una condanna definitiva, e tra loro ci sono anche 150 persone che, con una pena superiore a 5 anni, dovrebbero essere in una casa di reclusione e non in una casa circondariale quale è Poggioreale ma che restano nel penitenziario per esigenze legate alla tipologia di detenuto e al supporto sanitario necessario. Dei circa 1.700 restanti, 1.300 sono quelli già condannati e in attesa del terzo grado di giudizio o con posizione mista, ovvero condannati e con più procedimenti a carico, e 400, infine, sono i detenuti raggiunti da custodia cautelare ma ancora in attesa di processo.

Continua a leggere sul Mattino Digital
© RIPRODUZIONE RISERVATA