Abuso di antibiotici, nuovo giro di vite: più limiti ai medici per le prescrizioni

Abuso di antibiotici, nuovo giro di vite: più limiti ai medici per le prescrizioni
di Ettore Mautone
Martedì 30 Ottobre 2018, 07:30 - Ultimo agg. 08:26
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Uso improprio degli antibiotici, impiego eccessivo e non corretto dai farmaci necessari per debellare le infezioni in ospedale e sui territori. E poi uso massiccio in zootecnia, nell'industria agroalimentare e nell'acquacoltura. La conseguenza di tutto ciò è la progressiva selezione di ceppi batterici resistenti ai principali antibiotici che pone un serissimo problema di salute pubblica. La Campania da fanalino di coda in Italia quanto a uso e abuso di antibiotici volta pagina e diventa Regione capofila nella lotta all'antibiotico resistenza. Allo scenario da allarme rosso la Campania ha risposto serrando i ranghi e i risultati non sono mancati: il consumo di antibiotici di uso sistemico sul territorio, è passato da 32,3 dosi al giorno ogni mille abitanti nel 2013 a 29 nel 2017 con un calo del 5,1%.
 
«Dopo aver invertito la marcia con un trend in discesa nei consumi di antibiotici sul territorio - avverte Ettore Novellino, direttore del dipartimento di Farmacia della Federico II e responsabile del Ciff (Centro regionale di farmacoeconomia e farmacodinamica) nei primi 6 mesi del 2018 il consumo si attesta su 28,3 dosi di antibiotici ogni 1000 abitanti». Ora, dal 1° novembre, scatta un nuovo giro di vite impresso dalla Regione sui prescrittori (ospedalieri e medici di famiglia) per educare al buon uso di questi preziosi farmaci alleati nella lotta alle infezioni. Obiettivo, raggiungere il minimo del punteggio attribuito dai Lea (Livelli essenziali di assistenza) alle buone pratiche cliniche che prevede un massimo di 23 dosi al giorno per mille abitanti. La delibera di giunta approvata di recente, poi recepita da un decreto commissariale ad hoc, prende le mosse dall'accordo siglato con tutti i sindacati della medicina di famiglia e prevede ad ogni prescrizione corrisponda un codice attraverso cui risalire alla patologia che ha richiesto la ricetta. «Al paziente sarà sempre consegnata una notula anonima - avverte Pina Tommasielli, medico di medicina generale che segue questa materia per conto della Regione - ma dalla scrivania del medico in remoto partirà un flusso dati che giungerà alla piattaforma informatica regionale Saniarp da cui sarà possibile esaminare la appropriatezza prescrittiva. Ogni due o tre mesi - continua Tommasielli - andremo a capire medico per medico, se la prescrizione è giustificata e nel caso non lo sia il medico sarà convocato dal distretto di appartenenza, non per sanzionarlo ma per formarlo al corretto uso del farmaco. Il fine infatti non è persecutorio ma educativo». Coinvolti dal progetto anche farmacisti e medici ospedalieri: i primi dovranno evitare di erogare i farmaci col sospeso da coprire con la ricetta del medico e gli altri, all'atto delle dimissioni, saranno in collegamento anch'essi con la piattaforma regionale di monitoraggio.

Per le sole malattie dell'apparato respiratorio più comuni, sono state riscontrate percentuali di prescrizioni del 17,6% per malattie di origine sicuramente virale e del 62% per patologie solo probabilmente batteriche, contro il rimanente 19,6 % erogato per malattie sicuramente di origine batterica.
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