Scacco all'impero di Rosetta la terrorista, boss della droga

Scacco all'impero di Rosetta la terrorista, boss della droga
di Marco Di Caterino
Mercoledì 14 Novembre 2018, 07:30
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CAIVANO - In poco meno di un anno, dopo essere stata scarcerata, aveva rimesso in sesto lo spaccio della cosiddetta «piazza dei carcerati» nel Parco Verde di Caivano. Una piazza i cui proventi sono poi distribuiti tra le famiglie dei pusher detenuti. Un piccolo fisso mensile, per pagare anche gli avvocati. Ieri mattina sono scattate le manette per Rosa Amato, 58 anni, detta «Rosetta la terrorista», una sorta di ministro del welfare criminale di questo rione conquistato dagli scissionisti di Scampia dopo la faida dei carbonizzati (nove morti ammazzati e dati alle fiamme) per impiantare qui piazza di spaccio più grande d'Europa, che aveva soppiantato anche quella delle Vele.
 

Insieme con la signora capo paranza sono state arrestate altre sei persone, tra questi i suoi due figli Domenico Sabatino, 23 anni, e Vincenzo Bellezza, 32 anni. Con loro sono finiti in manette Pasquale Fucito, 36 anni, detto «marziano», già arrestato lo scorso mese di maggio, ritenuto il ras dei ogni tipo di droga del Parco Verde, così potente e ricco da avere sul suo libro paga il carabiniere Lazzaro Cioffi, il militare incaricato di controllare il Parco Verde e che invece avvertiva il boss dei controlli, finito anche nell'inchiesta sull'omicidio di Angelo Vassallo, il sindaco pescatore di Pollica ucciso per aver cercato di contrastare i pusher napoletani nel Cilento. Nel blitz sono stati assicurati alla giustizia anche Giuseppe Serino, 36 anni e Massimo Di Martino, 45 anni. Ai sette arrestati gli agenti del commissariato di Afragola, diretto dal vice questore Stefano Iuorio e quelli della squadra mobile di Napoli, hanno notificato un'ordinanza di custodia cautelare in carcere, disposta dal gip del Tribunale di Napoli, su richiesta dalla Dda partenopea. I reati ipotizzati sono quelli di associazione a delinquere finalizzata al traffico ed alla commercializzazione di sostanze stupefacenti.
 
Le indagini, iniziate dagli agenti del commissariato di Afragola e poi sviluppate dalla Squadra Mobile, hanno accertato l'esistenza e l'operatività di una organizzazione criminale, diretta da Rosa Amato con la partecipazione dei due figli dedita al traffico e allo spaccio di sostanze stupefacenti all'interno del rione popolare Parco Verde di Caivano, meglio nota come la piazza di spaccio dei carcerati. Dunque per uno dei personaggi di rispetto del Parco Verde si sono aperte di nuovo le porte del carcere.

Rosa Amato che nel rione ma anche a Scampia è meglio nota come «Rosetta la terrorista» sotto l'aspetto di una innocua casalinga nasconde una scorza fatta di modi spicci e sbrigativi. Come quelli di un capoclan. Qualche anno fa, nel corso di un blitz nel Parco Verde, accolse con cortesia in casa sua i giornalisti che seguivano le operazioni della polizia. Fece buon viso al cattivo gioco delle telecamere che sguazzavano alla grande nell'appartamento al settimo piano dell'isolato B/2 arredato con finte colonne e controsoffitti dorati con luci soffuse, insomma una casa modello Scarface. Spiegò che era fiera del suo soprannome. «Da piccola difendevo chi subiva un torto. Ero terribile e menavo le mani. Perché non sopporto chi commette delle prepotenze. Non volto mai la faccia di fronte a queste cose. Fu allora che mi chiamarono la terrorista».

E cosi è stata la sua vita criminale. Perché anche nella malavita le donne che aspirano al comando devono dimostrare e fare il doppio di quello che tocca ad un maschio. Sulla carta di identità c'è scritto «casalinga», ma per polizia e Dda è invece il vero «deus ex machina» di una delle piazza di spaccio grandi dell'intera regione, quella appunto dei carcerati. Una piazza capace di incassare oltre 150mila euro ogni mese. Proventi, che al netto delle somme impegnate per l'acquisto di grosse partite di droga, vengono distribuiti per gli stipendi alle famiglie degli spacciatori finiti in cella e per pagare gli avvocati. Rosa Amato è riuscita a passare indenne nelle sanguinose guerre di camorra scatenate a cavallo degli anni 90 dai clan Natale, Marino, Castaldo, La Montagna, Cennamo poi e fino alla scalata degli scissionisti quando furono sfrattati da Scampia dai cosidetti «girati» della Vanella Grassi.

Ed è stata anche un po' capopolo, guidando più volte cento e più persone negli assalti al commissariato di Afragola e alla tenenza dei carabinieri di Caivano, dopo arresti dei pusher più bravi. Una notte, dopo l'ennesimo fallito assalto al commissariato grido verso le telecamere : «Il parco Verde è roba nostra. Non ci mettere più piede, altrimenti vi ammazziamo». Dopo la scarcerazione era stata messa in seconda fila. Poteva spacciare solo dalle nove di sera in poi. Nel rione era girata la voce che stesse collaborando con gli inquirenti. Una diceria che lei certamente non gradiva, a giudicare da quanto andava dicendo per difendersi da queste calunnie: «Tutto ho fatto nella mia vita, ma mai la spia alle guardie».
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